“Come possiamo ricordare se non ci fanno vedere?” commenta un po’ sconsolata la signora al mio fianco. Siamo entrambi di fronte a una barricata, chiusa.
Ha ragione, molto ragione. Ma andiamo con ordine.
Milano. Ieri in pompa magna annunciano i giornali che oggi avrebbe aperto il memoriale della Shoah, binario 21 della stazione centrale. Qualunque milanese sa, o dovrebbe sapere, che da lì partivano le tradotte per i campi di concentramento. Oggi a pagina 26 del Corriere un annuncio conferma con bel rendering che “OGGI, 27 GENNAIO GIORNO DELLA MEMORIA, IL MEMORIALE DELLA SHOAH DI MILANO APRE LE SUE PORTE”. La foto è qui sotto.
Leggendolo pensi “bello, finalmente uno spazio in cui la cittá puó fermarsi a riflettere!”, in questa Milano dove tutti gli spazi sembran più fatti per correre. Agli ecoisti, si sa, gli spazi urbani ben fatti piacciono, così al pomeriggio inforco la bici immaginando che, esaurita la vetrina delle autorità, sarei stato tra i pochi tranquilli a ricordare.
Illuso! Eravamo in tanti e TUTTI fuori dal cancello finché un anonimo coltellino svizzero (cercate bene in questa pagina) ha almeno spostato la transenna per far avvicinare la gente alle vetrate.
Ma é possibile che nessuno ha pensato “i lavori non sono ancora ultimati ma almeno il 27 gennaio mettiamo in sucurezza il cantiere e permettiamo ai comuni mortali che non erano stamattina coi politici di vedere L’UNICO CENTRO DI SMISTAMENTO VERSO I CAMPI RIMASTO IN PIEDI IN EUROPA”?
Poi la frase di un’altra signora a fianco, altro naso appoggiato alla cancellata: “le elezioni sono vicine”. Improvvisamente mi si é spiegato tutto, la rivelazione! Novello San Paolo sulla via di Damasco: l’apertura era solo per i candidati sulla via di Roma (lato Camere, preciso per non confondere con San Paolo e il Vaticano) che stamattina dovevano venire a fare il pensierino pubblico. Speriamo almeno che gli sia venuto bene, questo pensierino, e abbia compensato in energia positiva tutti gli accidenti che gli esclusi hanno levato al cielo.
Almeno a proposito di memoria, i politici che hanno deciso di lasciarci fuori possono stare tranquilli: davvero non dimenticheremo questo 27 gennaio fuori dal cancello.
Vedremo se in segno di fair play qualcuno si scuserà.