Il senso del bello nella guerra. O la voglia di portare un segno di pace in una terra martoriata. Qualunque fosse il suo intento, l’artista siriano Tammam Azzam é riuscito a lasciare il suo segno nel contesto urbano della capitale siriana ormai allo sfascio. Mi sarebbe piaciuto assistere alla lavorazione, magari con una telecamera puntata su di lui, microfonato per ascoltare i suoi pensieri a voce alta mentre le sue mani dipingevano “il bacio” di Klimt cercando la superficie tra i colpi dei proiettili, le sue orecchie ferite dagli spari in giro per le strade. Mi sarebbe piaciuto anche filmare la gente che passando vedeva il lavoro nascere. Cosa avranno pensato? Che commenti avrá generato? Soprattutto, che faccia avranno fatto nel veder cambiare il paesaggio solo dandogli colore e forma diversi dalla nuda realtá di una parete falciata dalle raffiche?
Il ragazzo, nato nel 1980, non é nuovo ad azioni stravaganti come quella di associare arte e rovina nella martoriata Damasco, sua cittá natale. Trovate qualche altra opera qui. Quando l’arte riesce a far dimenticare la guerra… o diffondere ancor di più la sua ferocia con una forza perfino più potente dell’eco delle armi