Questo articolo è pubblicato anche su Mondo in Tasca
La Val Fiscalina nel Südtirol è un piccolo solco tra pareti di roccia alle spalle delle Dolomiti di Sesto Pusteria. Un minuscolo mondo immerso nella quiete della natura. In inverno si ascoltano i tonfi della neve che cade dai rami, in estate il suono delle cascate
Le Dolomiti da cartolina sono quelle che tutti conoscono e fotografano. Sono, purtroppo, le Dolomiti che sopportano il traffico e il congestionamento, quelle che forse, un giorno, chiuderemo alle auto per lasciarle solo ai mezzi pubblici. Poi ci sono le Dolomiti più nascoste, quelle in cui ti sembra di essere stato catapultato in un angolino di Canada e dove a un certo punto incappi in una baita dove due uomini dipinti ti raccontano di storie e tradizioni che passano anche da Harrer, il protagonista di Sette anni in Tibet. Ecco, queste sono le dolomiti che amo.
Val Fiscalina, quiete assoluta
Siamo in Val Fiscalina, potreste aver difficoltà a trovarla sulla mappa perché e solo un piccolo solco tra pareti di roccia alle spalle delle Dolomiti di Sesto Pusteria, in Alto Adige – Südtirol. Che si vada in pieno inverno ad ascoltare i tonfi della neve che cade dai rami o in estate quando le cascate diffondono la loro eco tra le cenge, il quadretto è quello di un posto isolato e immerso nella quiete assoluta.
La coltre dei pini all’ingresso della vallata si para a chi arriva come fosse un esercito verde. Le creste sullo sfondo sono aguzze e formano un circo curvo al punto giusto da sembrare una cornice che nasconde qualcosa. Non ci sono impianti di risalita ma solo una pista battuta con a fianco l’anello per lo sci da fondo.
Sci alpinismo ma anche salutari passeggiate
Chi pratica lo sci alpinismo può inerpicarsi verso il passo, meglio se accompagnato da una guida, mentre chiunque può invece fare una ciaspolata sull’altopiano che sovrasta Moso. Gli impianti più vicini per lo sci da discesa sono quelli in paese.
Naturalmente si può anche solo staccare la spina e basta, limitandosi magari a camminare e ossigenarsi sul percorso completamente pianeggiante che inizia alla fine della strada.
Il distacco è netto, nell’ultimo parcheggio delle auto finisce il XXI secolo e ci si cala nel silenzio. Sembra incredibile eppure è quello che succede qui dove l’ultima casa della valle è la stazione di posta ora trasformata in un delizioso chalet albergo, friendly per chiunque della montagna cerca l’autentico.
Arte popolare e opere dell’artista Albert Stoltz
Autentica come la decorazione dei due selvaggi di cui si raccontava disegnati sulla baita vicino al torrente. Sembrano usciti davvero da un libro di gaycomics appena pubblicato ma risalgono agli inizi del ‘900. Sono disegni di Albert Stoltz, un artista che con i fratelli Ignaz e Rudolf ha lasciato molte opere sulle facciate dell’Alto Adige. All’imbocco della nostra vallata, in località Moso, c’è un museo dedicato al fratello Rudolf che ospita anche opere degli altri membri della famiglia. Albert in particolare divenne famoso come pittore di guerra impegnato sul fronte italo austriaco e le sue opere ci mostrano uno spaccato di vita bellica, con i soldati che combattono coperti di loden tra i ghiacciai in inverno e che lavorano a torso nudo in estate per scavare trincee. La contemporaneità del tratto del disegno rende questo museo fruibile a chiunque sia appassionato di arte popolare. Non da meno è l’impatto delle figure sul muro del vicino cimitero o della via crucis all’interno della chiesa, originale non solo per il tratto ma perché dipinta tutta in toni di blu. Museo e valle sono raggiungibile con una camminata pianeggiate di circa un’ora, è impossibile perdersi grazie allo sterrato che costeggia il fiume.
Heinrich Harrer, avventuriero e alpinista
A proposito di camminate, una curiosità non a tutti nota riguarda il personaggio di Heinrich Harrer. Lo conosciamo per aver scritto Sette anni in Tibet e lo immaginiamo con la faccia di Brad Pitt che ne interpretò il ruolo nella trasposizione cinematografica.
Avventuriero e ottimo alpinista, fu maestro di sci ospite per molte stagioni della famiglia che ancora oggi gestisce l’Alte Post al termine della strada. La vecchia stazione di posta è stata infatti sapientemente recuperata e oggi è un romantico nido che accoglie coppie in cerca del paesaggio romantico assoluto o single in ricarica creativa. Cito entrambe le categorie volutamente in quanto parte in causa.
Galleggiare sotto le stelle
La spa è alimentata con l’acqua di sorgente, offre la sauna al legno aromatico e i massaggi al tampone di erbe alpine. La piscina riscaldata affacciata al bosco ha una parte all’aperto dove si può galleggiare sotto le stelle. Il ristorante è all’altezza del luogo e delle tradizioni locali attente agli ingredienti a chilometro zero, con i formaggi del contadino e le verdure stagionali dell’orto. C’è un elemento in più che mi piace considerare in un posto così: l’attenzione ecologica che mettono nella gestione si combina con la possibilità di raggiungere la località con i mezzi pubblici combinando il treno fino a Sesto Val Pusteria e poi l’autobus che attraversa Moso e raggiunge la valle, come dire che qui la macchina è davvero superflua. In Alto Adige, tra l’altro, grazie alla Mobil Card, si può viaggiare da uno e sei giorni su ogni mezzo pubblico.
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