Un giorno per la terra, più alberi, meno sprechi

Il 20 aprile scorso era la giornata per la Terra. Da noi è passata quasi inosservata per i motivi di cronaca legati alla politica interna. Siamo un paese con la memoria cortissima, per dirla alla Pasolini, quindi che ne rimarrà? Della politica non so, lascio a chi è più esperto di me. Per l’ambiente, invece, dipende da noi, come al solito. Nel nostri piccolo, chiunque può fare qualcosa. Quelli di Earth Day lanciano un messaggio, anzi due, dentro e fuori casa: aumentiamo il verde e fermiamo gli sprechi.

Per il primo obbiettivo si può prendere l’impegno di piantare un albero, loro puntano a 5 milioni con il Canopy Project affidando il messaggio al video di James Smith.
Per la seconda parte si potrebbe invece mettere le mani in dispensa e in frigorifero e rendersi conto che un terzo degli alimentari che acquistiamo spesso finisce in pattumiera. Durante i periodi di festa va anche peggio e al ristorante certi piatti tornano indietro anche mezzi pieni. Negli USA circolano video tutorial per insegnare alla gente a cucinare con gli scarti, che non significa attingere alla pattumiera, ma solo usare verdure meno belle o avere il coraggio di chiedere al ristorante di portare a casa i propri avanzi. Seguendo le ricette a tema in rete non mancheranno spunti appetitosi.

Con quello che buttiamo, ad esempio, nella Comunità Europea otterremmo in un anno una cintura di camion in grado di cingere il pianeta all’altezza dell’equatore. Latte, yogurt, verdure, pasta, possono essere usate senza problemi nonostante la scadenza indicata. Tutto è raccontato nel documentario Taste the waste. Un vasetto di yogurt, per esempio, dopo la scadenza non può più essere venduto sugli scaffali ma è tranquillamente commestibile per almeno una settimana.

Chi non è succube delle etichette, in Italia può fare affidamento al Last minute market. Vi consiglio di farvi un giro. Come spesso accade, cambiando abitudini si fa del bene alla Terra ma anche al portafoglio. Crunchd mette addirittura in rete gli orti privati per facilitare gli scambi tra chi ha surplus di una varietà e ne cerca un’altra, oltre che per dare consigli. Fantacucina? Forse! Intanto è come avere sempre a disposizione un carrello pronto a rifornirti di prodotti che nell’era del global hanno quel profumo così local che ci piace molto.

UFO, ET, avvistamenti… cambia il punto di vista

Tranquilli, nessuno qui sta per sostenere casi di avvistamenti improbabili o filmati che vogliono farci credere che ET è qui fuori ed è contento di venirci a trovare.

Da oggi è disponibile “Sirius”, un documentario prodotto con il crowdraising che cambia il punto di analisi alla domanda sull’esistenza degli UFO. Non si chiede se esistono o meno gli alieni sul nostro pianeta, ma se piuttosto è possibile disporre di tecnologia o energia sufficiente a percorrere le distanze che separano la Terra da altri corpi celesti dove potrebbe esserci vita. Girando la domanda: c’è un modo di fare a meno del petrolio o di combustibili a noi già noti per volare lontano?

La tesi è complottista quanto basta per rientrare nel filone che sostiene l’esistenza di strategie occulte tra massoneria ed economia per mantenere in piedi l’industria petrolifera, ma qualche spunto interessante per porsi delle domande c’è. Prendendo tutto con beneficio di inventario, lascio a chi legge la scelta sul cosa credere.

Prima di buttarlo hai provato a ripararlo?

Una colonna di TIR come tra Milano e Roma pesa, a pieno carico, circa come il totale annuo di rifiuti elettronici prodotti in Italia.

Ma siamo davvero sicuri che un oggetto che non funziona sia da buttare subito? Non è che forse potrebbe essere un semplice contatto della sola presa, un malfunzionamento dell’interruttore, una delle batterie scariche? E’ vero che i prezzi sempre più contenuti di certi oggetti elettronici di consuno a volte sono minori di quelli delle riparazioni, ma se provassimo a metterci mano, vuoi mettere la soddisfazione e il risparmio?

Ad Amsterdam sono nati i repair cafè, a New Yok i fixer collective, a Melbourne ci si incontra sotto l’insegna di the treasure. Pian pianino ci stiamo arrivando anche noi. A Milano c’è la PcOfficina mentre il piemontese Ugo Vallauri si è inventato con successo il Restart Project. Poi c’è la rete. Chi scrive aveva il caricabatterie del PC che non funzionava più. Costo in negozio 80€, ma mi è bastato battere in rete “riparare trasformatore mac” è mi è apparso il video che, passo passo, mi ha mostrato come ripararlo in 20 minuti. Ne ho impiegati 18, ho tenuto in tasca 80€ e, soprattutto, ho alleggerito un TIR.

6 consigli 6 per non appesantire i TIR:
> consultate la guida iFixit (in inglese), è piena di consigli utili per riparazioni dal pc all’auto
> se il lettore DVD non legge più bene i dischi, provate ad aprirlo e pulire il carrello e la lente
> se il computer è lento, accertatevi che non basti potenziare la RAM
> se il computer non raffredda controllate la ventola
> se la stampante si inceppa, aggiorna il software scaricandolo in rete
> se MP3 o radio non funzionano più, controllate le batterie o il cablaggio del caricabatteria

Diretta dal Quirinale, niente presidente nuovo, menchemeno un governo, portami del cioccolato

Nove persone su dieci amano il cioccolato, la decima mente! (John Tullius)

Il cioccolato non è da demonizzare come spesso leggiamo, è anzi un prodotto che fa bene sostanzialmente per almeno quattro motivi:
1 – è antidepressivo (quanto ne serve in questo momento!!!)
2 – contiene antiossidanti (ottimi per la prevenzione di tumori e Alzheimer)
3 – migliora la concentrazione grazie alla presenza di caffeina e un’altra sostanza chiamata teobromina (con funzioni diuretiche, cardiotoniche e vasodilatatrici)
4 – aiuta nelle relazioni di un certo tipo favorendo eccitazione e desiderio sessuale.
Il prof. Veronesi consiglia l’abitudine di mangiarne un quadratino appena prima di andare a letto (considerata l’autorevolezza del personagggio, l’affermazione non va riferita al solo punto 4). Chi scrive non è così parco nelle dosi ma ritiene che certi miti sul cioccolato consumato con moderazione debbano essere sfatati. 
Le doti di toccasana valgono per tutti i cioccolati? No. Quando si fa riferimento alle varie proprietà di questo alimento tanto amato si parla sempre di cioccolato fondente, senza latte, e con una buona percentuale di cacao (almeno il 50%, ma meglio ancora il 70-80% ). Solo nel cioccolato fondente, infatti, è presente e mantiene inalterate tutte le sue proprietà un antiossidante noto come il nome di epicatechina
Se mi è concesso un consiglio, provate il cioccolato di Modica. Lavorato come facevano gli Atzechi, a freddo e con zucchero semolato, riesce a mantenere gli aromi originari fino a 4 volte rispetto al cioccolato normalmente in commercio. Leonardo Sciascia lo definisce “di inarrivabile sapore, che sfiora l’assoluto”.
C’è perfino poi chi utilizza il cioccolato per i trattamenti di bellezza, che lo rendono apprezzabile per la ricchezza di ferro, potassio e magnesio. In alcuni istituti lo usano anche per il peeling e i trattamenti facciali. Nel caso di qualcuno è evidente che servirebbe un miracolo, ma sono sicuro che basterebbe il profumo emanato immediatamente dopo il trattamento per essere, se non belli, sicuramente più simpatici.

Dove vado domenica? Una giornata per riflettere

C’è un momento per non far rumore: Domenica è la giornata del Silenzio.

Il filosofo Duccio Demetrio propone il camminare e lo scrivere come antidoti per dilatare il tempo. Dalle pagine dell’Accademia del Silenzio, che ha sede nello splendido borgo di Anghiari, l’autore de “I taccuini del silenzio” (editore Mimesis) ribadisce che l’effetto dell’assenza di rumore riduce immediatamente lo stress e aumenta la concentrazione.

«Il silenzio non è solo in cima a una montagna, ma sta anche nel taschino», sostiene il professore. Diventa uno strumento di semplificazione e un modo per destrutturare la complessità che abbiamo cucito sulla vita contemporanea. Nell’intervista si evidenzia lo stimolo a provare a ricavarsi un’isola di silenzio per riscoprire se stessi e riacquisire contatto col mondo.

In occasione della giornata il Comune di Milano ha anche stilato un programma alla scoperta delle forme di silenzio dalla foto alla poesia fino alla coltivazione.

Beviti l’acqua, non la bottiglia

Non guardatevi troppo attorno, Non c’è nessun pazzo in circolazione.  Tutti, ma proprio tutti rischiamo  di bere plastica senza accorgercene. 
A volte la gente mi guarda strano quando finita l’acqua o la coca non butto la bottiglietta ma la accartoccio e me la metto in valigia per mollarla al primo contenitore della differenziata. Se poi intuisco che è “differenziata, ma per finta”, me la porto fino a casa.



“E’ troppo preziosa per buttarla”, rispondo a chi è con me.
Se poi leggo dell’interesse nello sguardo di chi ho di fronte, parto all’affondo nello spiegare il perché del gesto cercando di non abusare della pazienza altrui.

Ho chiesto a Gianluca Bertazzoli, che lavora per COREPLA e di plastica se ne intende, di aiutarmi a sintetizzare in tre brevi punti la risposta al domandone
PERCHE’ NON BUTTARE LA BOTTIGLIA NELL’INDIFFERENZIATA?


Per conoscenza di tutti, ecco i 3 spunti spendibili con chiunque.
1> La plastica riciclata, interpretata come risorsa, è versatile rispetto a materiali più “tradizionali”. Dipende molto dagli utilizzi: certamente non tutto si può fare con la plastica riciclata, ma molte cose possono essere fatte assai bene spendendo meno. Pensiamo al campo del tessile e dell’arredamento con rivestimenti ed imbottiture. C’è poi  tutto un mondo di applicazioni specifiche della plastica riciclata come materiale specifico ed “inedito”, con particolare

riguardo all’arredo urbano, da giardino, alle dotazioni stradali.

2> Anche la rilavorazione e la rimessa in circolo è un processo che potremmo  definire “ecologico” in termini di emissioni e dispendio energetico. Solo alcuni numeri per spiegare le potenzialità ambientali dell’utilizzo della plastica riciclata: nel solo 2011 l’attività di COREPLA per l’avvio a riciclo e recupero di imballaggi in plastica ha evitato 798.000 tonnellate di emissioni equivalenti di CO2. Potremmo visualizzarla come una colonna di 6500 TIR che occupano la distanza tra Firenze e Milano. Se proiettata nel decennio 2002-2011, le tonnellate di CO2 evitate diventano 6,5 milioni, mentre sono 2,9  le tonnellate di imballaggi in plastica sottratti allo smaltimento in discarica e 2 milioni i Giga Joule di energia recuperati. Come dire che con l’energia risparmiata ci illumino una piccola regione per un bel po’.

3> Nell’ambito precedente, la raccolta differenziata di qualità diventa un  valore aggiunto per la comunità che la produce. Il primo valore aggiunto della raccolta differenziata è l’aumento di “capitale sociale”: si tratta, infatti, di un vero e proprio indicatore della qualità della convivenza civile oltre che della qualità dei servizi pubblici. La filiera che deriva dalla raccolta differenziata degli imballaggi in plastica è poi un elemento importante della “green economy”, sviluppando nuove imprese nel settore della valorizzazione e del riciclo e necessitando di ricerca ed innovazione per il miglior utilizzo dei  nuovi materiali che ne derivano.



Soprattutto un elemento va ben tenuto presente di fronte all’ecoscettismo: non é vero che la plastica, alla lunga, si dissolve. Lo spiega molto bene Alan Weisman ne “Il mondo senza di noi” quando intitola un capitolo centrale “I polimeri sono per sempre”. Vi invito a procurarvelo se volete scoprire come dagli anni ’50, con la massiccia diffusione delle plastiche, flaconi e recipienti sono diventati frammenti e poi sminuzzati fino a ridursi a microparticelle in sospensione nelle correnti marine. Il segnale di allarme é evidente: se nel centro del Pacifico galleggia un’isola di rifiuti di plastica ampia quanto il Texas, se delfini e albatros muoiono tra gli stenti per aver ingoiato sacchetti e tappi, i prossimi potremmo essere noi quando non ci accorgeremo della presenza in falda di queste microparticelle e finiremo quindi per berci non solo acqua ma i bicchieri e le bottiglie che l’hanno contenuta anni fa. 
Se avete avuto la pazienza di leggermi fino a qui, sono sicuro che la prossima volta che finirete l’acqua porterete anche voi la bottiglietta fino a casa e magari farete perfino notare a qualcuno che, anche chi non ricicla, prima o poi deve bere.
Questo articolo è stato pubblicato anche sull’HuffingtonPost.

5 x mille x l’ambiente

Puntuali come l’estate, si avvicinano gli impegni fiscali.
Se non indichiamo nulla di specifico, il nostro 5 x mille può finire in un calderone generico. Se invece si riempie la casellina apposita si rischia di far del bene a chi si è accreditato negli appositi registri, come ad esempio certe associazioni per l’ambiente. E’ un modo per non stare a guardare.

Mettendo la firma nel riquadro indicato come “Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale” e inserendo il codice fiscale del beneficiario, il gioco è fatto, SENZA COSTI AGGIUNTIVI PER CHI DONA.
Ho spulciato tra le associazioni più conosciute.
Possiamo (in ordine alfabetico) scegliere tra:
Enpa (impiega poi in sostegno di canili e gattili e nella difesa degli animali con una buona rete sul territorio e coinvolgendo veterinari e centri clinici)

Fai (valorizza il patrimonio architettonico e ambientale italiano anche con una propria rete di siti)

Greenpeace (agguerritissimi nell’ostacolare lo sfruttamento dell’ambiente anche con azioni eclatanti come l’arrembaggio delle baleniere)

Italia Nostra (valorizza il patrimonio architettonico e ambientale italiano)

Legambiente (valorizza il patrimonio ambientale italiano)

Lipu (promuove la protezione della natura partendo dall’avifauna)

Wwf (è la storica associazione internazionale per la protezione della natura)

Il giro del mondo con National Geographic: sognare è gratis

Attesa dagli intenditori, letta dai viaggiatori, consultata dai cercatori di mete originali, ecco la lista dei Best Trips 2013 di National Geographic. Partendo dall’italianissima Ravenna, passando per Marsiglia Capitale della Cultura, le foreste della British Columbia, fino ad arrivare in poche cliccate il lago Malawi, Quito, Cape Breton, Hudson Valley, i fiordi norvegesi, Valparaìso, Kyoto, le distese del Montana e alla Crimea paradiso degli zar.