La FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) ha condotto la prima indagine nazionale sui furti di biciclette e ha appena presentato i risultati in un convegno a Milano. La ricorrenza era il 65° anniversario della prima proiezione del capolavoro di Vittorio De Sica “Ladri di Biciclette“.
Leggendo l’analisi svolta si scopre che quello del furto di pedali è un fenomeno che genera ogni anno un danno di 150 milioni di euro all’economia del Paese e che solo il 40% delle vittime sporge denuncia. Sono cifre che impressionano: ogni anno, nel nostro Paese, il parco bici circolante di quattro milioni subisce 320.000 furti. Cioè 12 bici ogni 100 son quasi sicure di prendere strade diverse da quelle scelte dai loro legittimi proprietari.
Un dato curioso: per i ciclisti italiani la paura di essere derubati è seconda solo a quella di essere investiti. Dunque, per moltiplicare il numero dei ciclisti e per sostenere i progetti di mobilità sostenibile e tutela ambientale, al pari delle piste ciclabili è indispensabile occuparsi seriamente anche dei ladri di biciclette.
Secondo i dati di FIAB, non funziona pensare “se rubano più bici aumenta l’indotto di settore” perché chi ha subìto un furto è più incline ad acquistare una bici a basso costo e di inferiori standard di sicurezza, spesso proveniente da mercati extraeuropei. In alternativa, si tende a rivolgersi al mercato dell’usato, talvolta di dubbia provenienza, concorrendo così al reato di ricettazione.
Il problema della non-denuncia rallenta i provvedimenti del legislatore. Il caso di Bologna è emblematico: su 240 questionari compilati, i furti subiti sono stati 275, più di una bici a testa, ma le denunce solo state solo il 27%. Nei capoluoghi dove muoversi su due ruote è un’abitudine diffusa e dove è presente un sistema di identificazione delle bici, l’indagine mostra un atteggiamento più responsabile dei cittadini: a Padova, ad esempio, il 68% ha esposto denuncia, mentre a Reggio Emilia si arriva addirittura a un 89% di furti denunciati.
Per contrastare il fenomeno della delinquenza a due ruote, FIAB propone un sistema di punzonatura pubblico e univoco del parco bici circolante, come per altro avviene in molti altri paesi europei. La via ipotizzata è la marchiatura indelebile del codice fiscale del proprietario sulla bicicletta, perché offre una serie di vantaggi facili da ottenere. Si tratta di un database già esistente nel nostro Paese e che offre l’identificazione immediata del proprietario e la possibilità di restituire il bene mobile, facilita la gestione intelligente delle bici sequestrate, ora inevitabilmente ammassate dei magazzini comunali, disincentiva il furto e il riciclaggio, incentiva la denuncia del furto della bicicletta, facilita l’abbinamento della bici al suo proprietario in qualunque luogo del nostro Paese.
Pare insomma, secondo la FIAB e la logica, che la punzonatura possa aiutare. Nel mentre, esistono le solite buone vecchie precauzioni del lucchetto robusto e del buon senso.
Scarica qui il pieghevole FIAB gratuito “Come rendere la vita difficile ai ladri di bici”.
Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.