Ho incontrato Paolo Sorrentino dopo l’ennesima discussione con amici su La grande bellezza, l’Oscar e la figura di Jep Gambardella.
Non sono un critico cinematografico ma mi piace il cinema e la faccio semplice:
> il lavoro si ispira alle atmosfere del La dolce vita di Fellini e a La terrazza di Ettore Scola, ma lo stesso regista riconosce le citazioni e scagli la prima pietra chi non fa qualcosa che non tragga ispirazione da qualcosa già fatto prima,
> ha una realizzazione stilistica di assoluto rilievo,
> rende a Roma la splendida cornice che merita,
> ci sono due dialoghi che sono scritti da urlo e, lo ammetto senza pudore, vorrei saper scrivere così. In entrambi il protagonista è Jep Gambardella: il primo è la conversazione tra amici sulla terrazza (argomento: l’impegno civile) e il secondo un monologo sul come comportarsi a un funerale.
Disturba a qualcuno questo ritratto di Italia? Sicuramente, ma siamo così e se non ci piaciamo in una foto non possiamo certo prenderla col fotografo, tanto più se la foto è impeccabile.
Grazie Sorrentino, anche per il tempo che mi hai dedicato sfrecciarossando tra Roma e Firenze.