La bici del futuro esiste già. Partiamo da una citazione semplicissima come:
Niente è comparabile col semplice piacere di una pedalata. (John F. Kennedy)
per arrivare a raccontare la Valour, dove il telaio monoblocco in carbonio nasconde un concentrato di tecnologia da far invidia a un’auto next generation.
Se la aprissimo (cosa improbabile dato che qui il ciclista tradizionale si sentirebbe davvero sbalestrato), troveremmo bluetooth per dialogare col traffico e le vetture che la circondano, manubrio a vibrazione per segnalare uno sbilanciamento o la perdita della direzione, connessione permanente per la navigazione, antifurto e sistema di tracciatura, fino al sensore per rilevare altre bici uguali in zona e socializzare così con gli altri ciclisti colleghi di questi pedali del XXI secolo.
Kennedy sosterrebbe ancora la sua affermazione? Rimarrebbe il semplice piacere nel caso della Valour? Personalmente sono un po’ all’antica, le mie bici non sono poi così tecnologiche e sempre di più apprezzo il dove, bisogna riconoscerlo, lo sforzo della pedalata equivale a quello di avere il sellino appoggiato su un cancello. Però non si può non riconoscere che l’oggetto non sia affascinante. I sistemi e le app che la regolano non sono ancora del tutto operativi in Italia, ma chi avesse 999 dollari (730 euro) può farsi avanti ed essere il primo a portare sulle nostre strade questo gioiellino.
Non dimentichi di scrivermi, però, perché sarei davvero curioso di provarla.
Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.