Obama sta con le api

Non è sicura l’attribuzione ad Albert Einstein della frase:

Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo rimarrebbero solo quattro anni di vita. Niente più api, niente più impollinazione, basta piante, basta animali, basta uomo.

Einstein o no, il ragionamento ha un suo fondamento che, pur con le dovute cautele anticatastrofiste, non lascia presagire nulla di buono. La diffusione dei pesticidi che sta facendo strage di api ha portato a mobilitare anche l’amministrazione USA. Venerdì scorso Obama ha nominato una task force a cui chiede di individuare una soluzione al problema. In 6 mesi gli esperti dovranno indicare il da farsi che metta d’accordo la lotta ai parassiti con la protezione delle api che, dal 2013, hanno subito una riduzione vicina al 25%.

Secondo i critici, Obama non sarebbe andato abbastanza a fondo. Gli ecologisti gli rimproverano la mancata messa al bando di sostanze pesticide che in Europa sono state scartate da tempo. Eppure il nostro continente non se la cava meglio. Dalla mappa si evince che la moria è elevatissima in Gran Bretagna, quasi il 30% delle colonie, mentre in Italia è ferma al 5%. Il consorzio dei produttori di miele invita però a non dormire sugli allori e lancia una iniziativa. Urge trovare metodi antiparassitari non invasivi per le abitanti degli alveari. Le Alpi potrebbero non proteggere a lungo le api: un gioco di parole dove perdere ci costerebbe molto caro. Parola di Einstein, forse.

L’autostrada fermata dal popolo dei nani

Esperimento: proviamo ad elencare i motivi possibili per cui un’autostrada potrebbe essere bloccata. Nella mente di noi italiani, purtroppo avvezzi alle cronache, inizierebbero a fioccare elementi come turbative nell’appalto, aumento costi, blocco di qualche gruppo no-autostrade, arresto di qualcuno ai vertici della società, revisione del progetto, disturbo della veduta del palazzotto del locale Don Rodrigo. Nella mente degli islandesi no. Un’autostrada potrebbe non essere costruita o realizzata su un percorso alternativo causa “gnomi”.



Questa è la parte colorita della vicenda che, iniziata sei mesi fa, ha portato un gruppo di esperti a esprimere opinione contraria e riconoscere la zona toccata dal progetto come sensibile agli equilibri del “popolo nascosto”. In realtà il concetto islandese di “popolo nascosto” è assimilabile a quello di luogo incontaminato e quindi non compatibile col passaggio di una via a scorrimento veloce. È curioso però che, lassù, nessuno non sia preso per pazzo quando nella relazione cita elementi mitologici. Vi immaginate la scena da noi?

Vedete, non è questione di credere agli gnomi o no, ma il fatto che qualcuno non ha timore a comprendere la cultura e le tradizioni nei parametri di valutazione di impatto ambientale ed economico. L’isola del nord Atlantico, scenario perfetto di saghe elfiche della Terra di Mezzo, è estesa come un terzo dell’Italia ma con appena gli abitanti del Molise (anime: 300.000). È dunque un paradiso per chi ama i grandi spazi ed è difficile immaginare code alla raccordo anulare con livelli di polveri sottili ai massimi accettabili. Eppure la commissione ha bocciato il progetto perche non compatibile con la culra locale. Meraviglia. Elfi, nani e fate che non devono confrontarsi con telepass o viacard.

Credete nel popolo fatato o anche solo vi piacciono i miti? Gli islandesi fanno per voi e la loro isola non è da meno

Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.