A Milano è partita la kermesse del Salone del Mobile con l’annesso circo dei Fuorisalone che animeranno fino a domenica la città. In molti vedono la galassia di eventi come la prova generale di Expo. Vedremo. Per adesso mi accontento della mia (solita) passeggiata alla scoperta dei molti talenti impegnati nella valorizzazione di progetti sostenibili.
Suggerisco di partire dalla zona più fresca per l’età dei creativi impegnati, quella di via Ventura a Lambrate. Luci a led che diffondono soavi trasparenze in lampade a nuvole o a petali, cascate d’acqua in vecchi tubi di aerazione, tavoli e mobili da cassette e pallets, fiori e vasi da tessuti di scarto, tubi che diventano sculture, bici in legno, case e uffici pieghevoli ricavati in serre, mobili in lamiera che una volta era automobili o lavatrici. Ci sono perfino un tubo che rivela la naturale luminescenza del mare e una pala eolica che è molto vicino ad essere una scultura. Un monumento alla sostenibilità? Forse. Siamo sulla buona strada, ci servono esempi, non monumenti.
Spostandosi verso il centro, la Fabbrica del Vapore sarà la tappa obbligata per gli appassionati delle architetture vegetali. Giunco, bambù, fibre naturali per l’unico materiale – il legno – che è perfettamente rigenerabile e nel rigenerarsi produce quella cosa chiamata ossigeno. Avete presente, no?
E siccome per il futuro sarà sempre più importante riciclare, tra gli appuntamenti immancabili bisogna segnarsi Io riciclo, Tu ricicli. Occasione straordinaria per incontrare designer emergenti che fanno del green il proprio credo. Dalla nascita dell’evento, all’NH Hotel di via Tortona, sono circa 100 i progetti selezionati negli anni e diventati successi. Il vaso fatto col compost, i manici del rastrello e della scopa che diventano lampade, il cartone ondulato che si modella a sedia di design. È tutto lì da vedere e, soprattutto, provare.
Nel chiostro dell’Università Statale, Energy for Creativity propone una selezione di creativi che combinano materiali poveri con le avanguardie. Curiosa la parte dedicata al Brasile, che dimostra come arredare usando forme e colori della natura incontaminata con la libreria a forma di giaguaro o la lampada che richiama al serpente corallo.
In tema di ambiente, anche i confini della Fiera hanno qualcosa da raccontare. Qualcuno ha pensato ai luoghi del cuore d’Italia sviluppando cinque ambienti tra Milano, Roma, Venezia, Val d’Orcia e Lecce. Nelle ambientazioni, visualizzabili anche nell’app scaricabile nel Padiglione 14, il sogno del Bel Paese si celebra con gli oggetti del design nazionale.
Nella sezione Satellite, i giovani talenti si preparano a Expo con progetti tutti “tecnologia e sostenibilità”. Si trovano vasi intelligenti che modulano acqua e aria e composizioni in betulla. In tema di sostenibilità rimango perplesso di fronte alla libreria in cemento e alle sedie in vetroresina, materiali che sostenibili non sono. Il design comanda qui, è vero, ma il pubblico non è tanto allocco.
Nei padiglioni 22 e 24 della sezione Workplace, ci si cala invece nella passeggiata di un ufficio verde progettato da De Lucchi. Bello, anzi bellissimo. Le passerelle volano letteralmente su isole verdi dove tra le scrivanie ci starebbero bene scoiattoli e passerotti. Se davvero gli uffici saranno così, chi ci torna più a casa?
Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.