Tutti gli articoli di stefano paolo

Milanese, laureato in Bocconi, giornalista e autore di documentari di carattere storico e geografico per i canali tematici di Sky (con specializzazione in ambiente, storia, tradizioni). Ha firmato progetti per National Geographic e per History Channel. Collabora, tra gli altri, con RViaggi di Repubblica e il Corriere della Sera e l'Huffington Post (http://www.huffingtonpost.it/stefano-paolo-giussani) Libri pubblicati: Gli italiani del Titanic, L'Ultima onda del lago (Premio Brianza 2012), Sentieri di fede e una serie di monografie per Touring Editore e l'Istituto Geografico De Agostini. Il suo blog è Cronache dalla Terra degli orsi. Continua a viaggiare, scrivere e fotografare per Agenzia Geografica (www.agenziageografica.it).

L’uomo polifonico in Piazza dei Miracoli

Pisa, Piazza dei Miracoli. Torre, cattedrale, battistero e cimitero. Tutte le architetture concorrono ad essere una allegoria della vita: il battistero è la nascita, la cattedrale la vita con la vicina torre per invitare ad innalzarla, il camposanto la meta finale, lungo tutta la piazza come a ricordare che da un momento all’altro, potrebbe succedere che si deva lasciare tutto quel che è terreno.


Il panorama incanta, la storia affascina, i turisti incuriosiscono, ma l’invito è a leggere con altri occhi. C’è qualcosa di poco visibile. Tipo: il disegno del battistero contiene una grande stella che produce un’acustica perfetta, permettendo a un uomo solo di creare un effetto di coro polifonico.

Prova di acustica: un uomo “polifonico”

Poi c’è una delle porte della cattedrale, così irriverente per il luogo da ridicolizzare un intero gay pride. Il contatto delle dita dei visitatori pare aver ricalcato qualcosa che, forse, lo scultore aveva solo accennato.


Non di meno, nel camposanto, lo straordinario ciclo di affeschi di Buonamico Buffalmacco, propone un diavolo che proprio non riesce proprio ad essere spaventoso, rivelando anzi una curiosa somiglianza con Topolino. Però Walt Disney sarebbe nato solo sette secoli dopo.

Poi ci sono gli altri spunti. Sono quelli variano di ora in ora ed è un divertimento cercarli sapendo che nessuna guida sarà mai in grado di catalogarli.








Il guru delle auto elettriche e l’opinione di Marchionne

La diffusione delle auto elettriche potrebbe a breve subire un drastico aumento. La buona notizia arriva da un’iniziativa dell’azienda più avanzata al mondo nel settore. La Tesla ha deciso di rendere pubblici i propri brevetti e non fare causa a chi decidesse di adottarli per migliorare e rendere più economiche le tecnologie di produzione dei veicoli ad emissioni zero all’utilizzo.

Crediamo che sia la Tesla, sia le altre case automobilistiche, sia il mondo intero, tutti abbiamo da guadagnare dalla rapida evoluzione di una piattaforma comune.

La dichiarazione è di Elon Musk, il CEO dell’industria di Palo Alto (California), che sposa così la logica della completa condivisione delle informazioni per aumentare i risultati. Recita uno dei cardini della psicologia della Gestalt che “l’intero è maggiore della somma delle sue parti”: dieci persone mettono su un tavolo 10 idee, ma non è detto che all’uscita dalla stanza le idee siano 11 o più, con nuovi spunti nato dallo stimolo dell’interazione. Possiamo dunque immaginare che la piattaforma comune auspicata da Musk possa superare le barriere dei costi e degli altarini delle singole case per portare le auto elettriche a seri livelli di competitività con quelle a propulsioni termica.
Curiosa la citazione di Fortune sul ricco imprenditore americano, titolare anche di una società di tecnologie aerospaziali: “Elon Musk è stato sempre un ribelle. Ora è un ribelle open source”

Perché è importante la decisione della Tesla? Perché l’azienda produce veicoli assolutamente paragonabili per comfort, prestazioni ed estetica a quelli che troviamo nei concessionari. Lo sviluppo avviene in California non a caso: la legge dello stato impone che per il triennio 2014-2017, il 14% delle auto vendute da ciascuna casa automobilistica deve esser a emissioni zero. Anche la Fiat ha una versione della best seller 500. Peccato che poi il suo CEO ne sconsiglierebbe l’acquisto. Signor Marchionne, se lo avesse affermato davvero, potrebbe spiegarmi la ragione di quello che mi sembra un autogol?

Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.

Be a sandwich, il tuffo con lo squalo che ti aspetta

Vacanze strane: uno squalo nel mare dove ti sei appena tuffato non è un’esperienza che capita tutti i giorni, tanto più se hai con te una videocamera. Il giovane australiano può dirsi fortunato e le riprese non sono neanche male. L’esclamazione finale la dice lunga sull’esperienza che, probabilmente, non dimenticherà mai.
Per quanto le acque australiane siano tra le più rischiose per i contatti tra uomini e squali (il filmato è stato girato a Sidney) teniamo presente che al mondo muoiono più persone per shock anafilattico da punture di api che non per assalti di squali. 
Esiste un ottimo doc sui pescecani, diffuso anche nelle sale Imax. Il trailer è spettacolare e la frase del ricercatore scientifico che afferma che noi siamo più pericolosi per gli squali di quanto loro lo siano per noi è eloquente.
Buoni tuffi, anche all’amico un po’ bastardo che ha urlato “shark” un attimo dopo che si era tuffato il temerario.

Il mare di Taranto e la lezione di turismo

Dalla cima della collina il panorama su Taranto ha un suo fascino. Le grandi nuvole al tramonto arrossiscono, come per scusarsi dell’acqua che col temporale estivo hanno appena rovesciato sulle campagne. Senza metafore strane, perfino le ciclopiche strutture dell’Ilva si perdono in quel momento di magia sospeso tra il Mar Piccolo e il Mar Grande. La fabbrica c’è, da tanto, e ci sarà ancora per molto perché qui è lavoro e del lavoro non se ne può fare a meno per mangiare. Per un predicatore del turismo verde è facile parlare bene dei luoghi incontaminati. Certe zone qui non lo sono, ma proprio per questo val la pena indagare e sperimentare.

Con alcuni colleghi stiamo seguendo i sentieri del parco del Bosco delle Pianelle e chi ci sta accompagnando sono tre operai dei moltissimi che proprio all’Ilva lavorano. Loro, abituati a muoversi tra fumi bollenti e carri rumorosi, ci stanno accompagnando in un polmone verde incantevole. Oltre ad essere operai della notissima azienda, sono con noi ora perché volontari del gruppo ciclistico Biciavventura. La giornalista russa è stupita della scelta, io incantato. Sono solo tre dei testimoni di una terra che ha tanto da dire in tema di naturalità e tradizioni salutari, talmente tanto da riuscire nella missione impossibile di superare l’Ilva.

Spero di darvene le prove nelle prossime righe. Qui sta nascendo un progetto che può fare scuola di eccellenza anche altrove. Se il museo archeologico di Taranto è un gioiellino che racconta come questa terra fosse baciata dalla fortuna del passato, ancorché al centro dei traffici del Mediterraneo, i dintorni trovano una nuova chiave di lettura inusuale con il percorso della GreenRoad. Il modello di sviluppo verde che si sta formando qui ha ingredienti semplici e accattivanti: cibo, arte, movimento ed energia. L’acronimo in inglese diventa F.A.M.E. (food, art, move, energy). I numeri per richiamare gente (anche) da oltralpe ci sono tutti.

Di cibo, arte e tradizioni, la Puglia ne ha da vendere e in molti già le conoscono e le apprezzano. Qualcosa in più va aggiunto per movimento ed energia. È infatti una regione che per orografia gentile e fonti di espirazione potrebbe diventare luogo di vacanza eccellente anche per chi la conosce poco e cerca lo straordinario quotidiano. Il dislivello contenuto permette di camminare e pedalare alla scoperta di aree verdi tra vigneti, olivi e lecceti che sono un incanto. Lo testimoniano i già citati bikers di Biciavventura ma anche la rete di sentieri e viottoli che sono un invito a muoversi in modo sostenibile. La segnaletica è tutta da installare e questa è una pecca a cui spero porranno rimedio presto, ma una buona carta aiuta ad orientarsi, meglio ancora se vi scaricate una delle app che aiutano a tracciare il percorso.

Sul tema dell’energia, beh, preparatevi. Sono convinto, ma pronto a essere smentito se qualcuno mi dimostra il contrario, che certi edifici storici non sorgono mai a caso. Succede ad esempio qui con molte masserie e certe chiesette. Provate a dormire nel silenzio assoluto della Qui ut Deus a Crispiano, dove la stanza “ulivo” ha un letto fantasmagorico formato da quattro tronchi. Oppure entrate a palazzo Vestita a Grottaglie e fatevi raccontare i segreti della cripta da cui sembrano appena usciti i cavalieri templari con il Graal. Fate pochi passi ed entrate in uno di laboratori lasciando che il fuoco che cuoce le ceramiche contamini anche voi coi colori del cielo e dei fiori. Poi incamminatevi a scoprire una cantina molto speciale, dove il Brandisio Primitivo è lasciato maturare alle frequenze dei canti gregoriani.

Ancora entrate nel castello di Pulsano, potreste cogliere altre frequenze. Assorbite pure il silenzio di quelle mura che hanno già ascoltato le grida di sfida dei cavalieri, ma guardatevi dal fantasma che, si dice, abita ancora la torre. Poi non resta che imboccare la ciclabile che, su un percorso protetto, porta dritta al mare. Vi auguro di arrivarci al tramonto e scoprire cosa significa vedere il sole intingersi nello Ionio.

Cullati sulle spiaggette, col profumo di chi sta cuocendo il pesce per voi, potreste benedire di aver scelto questo angolo di Puglia.

Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.

La caduta del leoncino senza Disney

Cosa succede nella savana se il leoncino Simba si sporge e cade nel burrone. Non è un film Disney, la legge della natura a volte è spietata, ma le immagini ci insegnano un altro messaggio. La solidarietà esiste anche lì. 


Fate un piccolissimo e futile esperimento. Immaginate il fumetto: la mamma si è accorta che lo stordito si è sporto troppo, è caduto e ora è in bilico. Si guarda attorno sconsolata. Chiamato il branco, i più coraggiosi tentano il recupero mentre Simba scivola ulteriormente. Sta rischiando, sul fondo, nella pozza in basso potrebbe esserci un coccodrillo con le fauci spalancate. Oppure la forra potrebbe essere talmente profonda da rendere impossibile il recupero. Arriva il più temerario del gruppo e non ci pensa a calarsi, raccogliere il piccolo e riportarlo su. A voi la scelta se a questo punto la madre lo lecca o lo rimprovera, ben sapendo che in natura, rimprovero e risentimento non sono contemplati.
La caduta dei cuccioli e il recupero del branco non sono fatti rari. Volete un finale alternativo? Chiediamolo alla sezione documentari della BBC
Mesi di paziente appostamento per una ripresa fortunata hanno anche un clamoroso effetto comico. Un altro aspetto, oltre alla solidarietà, che davvero nella savana non ti saresti aspettato…
Ringrazio Ivan Ricotti per la segnalazione.

Il sensazionale cuore verde d’Italia

C’è un Umbria sensazionale da vedere a Perugia. E’ la collezione Sensational Umbria, un clamoroso viaggio fotografico attraverso le immagini di Steve McCurry. 

La maggior parte di quello che ho cercato e fatto nella vita è stato vagabondare e osservare il mondo. Cosa c’è di più meraviglioso?

Il fotografo più famoso del mondo, professionista simbolo del National Geographic, ha girato in lungo e in largo la regione “cuore verde d’Italia” per documentare persone, luoghi, tradizioni e culture come raramente è stato fatto prima nel nostro paese. Mi piace pensare a questo suo lavoro come a un grand tour della maturità dove gli occhi che hanno visto e fotografato il bello e il brutto di tutto il mondo trovano finalmente pace nel centro del Bel Paese. Il progetto è collegato ad una serie di itinerari e riesce a trasmettere una sensazione di paesaggio che va ben oltre il concetto di natura. 

Le due sedi della mostra, a ridosso delle mura paoline nel centro storico del capoluogo, sono ambienti di sicura suggestione. Il consiglio è quello di visitare il percorso e poi abbandonarsi alla scoperta. Per le foto di McCurry c’è tempo fino a ottobre, per l’Umbria… beh, scegliete voi, per fortuna i paradisi non chiudono mai.

Volete uno spunto in più per immergervi nella atmosfere dei borghi in pietra da protagonisti? Ve ne passo otto. San Biagio a Colle è uno dei pochi posti al mondo dove potreste dormire in una torre solo vostra. Posto indimenticabile 1. L’eremito è un vecchio monastero per scoprirvi protagonisti de Il nome della rosa. Posto indimenticabile 2. Ancora atmosfere monacali, ma più glam e al centro dello spirito di Francesco al Nun di Assisi. Siate castellani per una volta concedendovi la Torre al Monte presso Todi. Fame di cultura e spettacolo? A Spoleto ci sono Palazzo Leti e Villa Milani.  A Piegaro, le atmosfere del Mediterraneo del vicino Lago Trasimeno si respirano alla Ca’ dei Principi. A Bevagna, l’Orto degli Angeli sembra un set cinematografico. Il mio posto segreto, quello dove mi ritirerò un giorno? Sappiate solo che è qui, nella Sensational Umbria. Chiedete di Orietta e ditele che vi mando io. Ps: vietato dormire a finestre chiuse, i grilli e un miliardo di stelle potrebbero offendersi.

Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.

Ponza, l’isola fragile che se pulisci ti ospita

Ponza è una virgola di terra nel Tirreno meridionale. È un gioiellino fragile e, come tutti gli oggetti preziosi, va trattato con cura, perché il 97% delle sue coste soffre l’erosione naturale che vento, mare e pioggia riservano a molti dei nostri litorali quando non sono coperti da cemento e strade. Qui di strada ce n’è una sola e il cemento è solo quello delle casette tradizionali. Fortuna? Preferisco pensare che i Ponzesi siano stati accorti nel non farsi contaminare e i palazzinari erano impegnati altrove.

Un’ora e mezza di aliscafo portano in un piccolo mondo che incanta, come racconta il giornalista Piero Vigorelli che di Ponza si è innamorato anni fa e non se ne è più separato. Non sei ancora sceso e il paese già ti abbraccia con le linee vanvitelliane del porto borbonico. 

La strada serpeggia nella geografia stretta che collega le due baie principali all’estremità dell’isola sfiorando le case dal tetto piatto e dai colori sgargianti. All’orizzonte galleggia la vicina Palmarola, con le sue case-grotta abitate da millenni. Come le piccole costruzioni che punteggiano i crinali, molte di loro sono stanze in affitto, pensate per chi preferisce un’ospitalità rustica. In alternativa ci sono sempre le quattro stelle del Chiaia di Luna a picco sulla omonima spiaggia o del Santa Domitilla con le sue suggestive grotte romane per un percorso benessere con l’acqua di mare. Atmosfere ancora diverse nella classe dei B&B di Anna Fendi o, per i nostalgici, della pensione che oggi si chiama Silvia, ma che qui tutti additano come la casa che ospitò Mussolini. Mentre i mastini di Hitler fiutavano rabbiosi la penisola in cerca del luogo dove l’esercito custodiva il dittatore appena destituito, a Ponza si viveva il paradosso del capo dei fascisti piantonato dove lui stesso aveva spedito i suoi oppositori. Perché parlo dell’ospitalità di Ponza? Perché potrebbe essere gratis. Avete letto bene.

Ne abbiamo già parlato, ma alla vigilia dell’estate la notizia è ancora più ghiotta e si arricchisce di un motivo ecologico ulteriore per visitare l’isola: con i rifiuti e i materiali recuperati dalle spiagge si organizzerà lo Stracquo

È l’arte che viene dal mare, dove le opere in mostra sono realizzate da artisti nazionali ed esposte nel luogo dove dormivano i confinati. Per chi non c’è mai stato, ma anche per chi ama il mare, l’occasione di Ponza è quella di un luogo dove è difficile uscirne senza aver lasciato un pezzo di cuore. Vi fornisco quattro motivi per vederla almeno una volta nella vita. Circumnavigare l’isola e raggiungere l’isola di Palmarola è come sentirsi gabbiani. Arrivati a destinazione la cala Brigantina e le rocce torreggianti della scogliera Cattedrale ti lasciano senza fiato per la loro immensità. La spiaggia di Chiaia di Luna è tra le più belle del mondo, parola di Jacques Cousteau e Folco Quilici. La Ponza sotterranea della galleria romana di Chiaia e delle  cisterne ti accompagna nei silenzi lontani che immagini accarezzati dai fruscii di tuniche e piedi scalzi. Le onde di lucciole che la sera fluttuano tra i crinali ti immergono in una fiaba, ma ti tocchi e nel profumo delle ginestre scopri che è tutto vero. Aggiungici sentieri a picco, canoe, bici e ottimo cibo, e potresti scoprire il tuo Eden a due ore da Roma. 


Aspetti da migliorare? La mobilità sostenibile per contenere al massimo le auto private, approfittare di quelle nicchie di legge che senza violare vincoli ambientali permettono di incrementare le energie alternative come solare termico e fotovoltaico, sfruttare la capacità di accumulo di acqua del sottosuolo e integrare con un dissalatore per evitare il trasporto con la nave. Tutti argomenti che la nuova amministrazione condivide e che lascia aspettare grandi cose, come la precisione svizzera dei cassonetti della differenziata ben presenti già anticipa. Ci conto, il Mediterraneo avrà un cuore verdeblu e, sono sicuro, parecchi estimatori in Europa pronti a viverlo per dodici mesi l’anno.

Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.

La bici delle meraviglie

La bici del futuro esiste già. Partiamo da una citazione semplicissima come:

Niente è comparabile col semplice piacere di una pedalata. (John F. Kennedy)

per arrivare a raccontare la Valour, dove il telaio monoblocco in carbonio nasconde un concentrato di tecnologia da far invidia a un’auto next generation.

Se la aprissimo (cosa improbabile dato che qui il ciclista tradizionale si sentirebbe davvero sbalestrato), troveremmo bluetooth per dialogare col traffico e le vetture che la circondano, manubrio a vibrazione per segnalare uno sbilanciamento o la perdita della direzione, connessione permanente per la navigazione, antifurto e sistema di tracciatura, fino al sensore per rilevare altre bici uguali in zona e socializzare così con gli altri ciclisti colleghi di questi pedali del XXI secolo.

Kennedy sosterrebbe ancora la sua affermazione? Rimarrebbe il semplice piacere nel caso della Valour? Personalmente sono un po’ all’antica, le mie bici non sono poi così tecnologiche e sempre di più apprezzo il dove, bisogna riconoscerlo, lo sforzo della pedalata equivale a quello di avere il sellino appoggiato su un cancello. Però non si può non riconoscere che l’oggetto non sia affascinante. I sistemi e le app che la regolano non sono ancora del tutto operativi in Italia, ma chi avesse 999 dollari (730 euro) può farsi avanti ed essere il primo a portare sulle nostre strade questo gioiellino.

Non dimentichi di scrivermi, però, perché sarei davvero curioso di provarla.
Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.

Il perfetto gatto da guardia salva il bambino

Cane, gatto e bambino per una storia a lieto fine. Se qualcuno avesse ancora dei dubbi sulla capacità di un gatto di essere fedele al proprio padrone al punto di avventarsi contro un aggressore per difenderlo, questo filmato conferma il contrario. Il bambino stava giocando quando il cane del vicino lo ha attaccato. Date un’occhiata alla reazione del felino e osservate come il gatto, dopo il contrattacco, torna poi a presidiare il suo protetto.


Per la cronaca: il bambino se l’è cavata con due morsi e qualche punto di sutura, la gatta è diventata un’eroe planetaria con milioni ci cliccate, del cane nessuna notizia.