Archivi categoria: Terra degli Orsi

Anche le vacche (quelle dei campi) ballano

Prima che qualcuno inizi a scaldarsi con un “ecco il solito animalista rompiscatole” premetto che non sono vegetariano e, pur senza abusarne, mi piace mangiare carne.
Precisato questo, circola in rete un filmato che dimostra che gli animali, perfino quelli destinati alla nutrizione umana, hanno diritto ad essere felici durante la loro vita e riescono a dimostrarlo. Date un occhiata a queste mucche.

Erano destinate al macello dopo qualche anno di vita di stalla. Il fattore, spinto dalla richiesta del figlio, rinuncia alla scelta del macello per restituire alla mandria la libertà in un prato. Il risultato: le mucche si sono messe a danzare dalla felicità. Le immagini sono davvero eloquenti.

La scelta può essere applicata a polli, conigli, maiali. La carne è già un pesantissimo costo ecologico che richiede quantità di risorse esagerate rispetto ad altre tipologie di alimenti. La responsabilizzazione nel consumo passa dal non abusarne e, dopo filmati come questo, anche dall’accertarsi che l’animale abbia almeno avuto una esistenza felice.

Il tuffo di Assad nel mare pattumiera

La Siria distruggerà il proprio arsenale chimico. In mare. Avete letto bene. Il piano sarebbe americano. Dopo il “no” dell’Albania ad ospitare sul proprio territorio le operazioni di bonifica (e, lo ammetto, sono curioso di sapere dove sarebbero stati gli impianti per rendere innocuo il micidiale Sarin a così pochi chilometri da noi) l’opzione dei super-controllori a stelle e strisce sarebbe quella di rendere le sostanze chimicamente inerti su piattaforme o navi in acque internazionali.

Pensi alla posizione della Siria e rifletti che il mare più vicino è… già, il Mediterraneo. In alternativa ci sarebbe un sistema mobile sofisticato basato sull’idrolisi. L’unico ispettore italiano tra gli osservatori è l’ingegner Silvestro Mortillaro.«È una tecnologia che non conosco – afferma il tecnico – La distruzione in mare è una tecnologia impegnativa, ma permetterebbe di aggirare le proteste ed è un grosso vantaggio se si ha fretta.»

La fretta non è mai una buona consigliera però.
I residui del processo di distruzione, tra cui la diossina, possono finire in mare e nella catena alimentare degli oceani – precisa Jean-Pascal Sanders, esperto dell’EUISS, l’agenzia per la sicurezza europea.

Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.

Lo tsunami di ghiaccio

Non è il titolo di un film dell’orrore ma quanto successo in un’area particolarmente fredda degli Usa. Un’ondata anomala di basse temperature ha fatto sì che le acque del lago Michigan siano esondate ghiacciando all’istante e arrivando a coprire le case sulle coste. L’effetto della materia che incessantemente cresce e procede fino a inghiottire le costruzioni si commenta da solo.

Non ci si stupisca se non si nota una bava di vento e la gente sia tranquilla e senza imbottiture. Stando agli esperti, il fenomeno che ha innescato la valanga orizzontale potrebbe essere avvenuto al largo, manifestando così a distanza l’effetto catastrofico.

Se qualcuno vede un giocattolo anziché un rifiuto

I bambini imparano a riciclare costruendo i giocattoli dagli scarti e dai rifiuti.

La storia arriva da Aversa e credo meriti la massima considerazione.
Dal Blog di Mario Schiavone, che ringrazio per la segnalazione:

Cari amici, vi prego di diffondere in modo massiccio e largo questa locandina del Laboratorio Creativo per Bambini…perchè ad oggi nessuno ha ancora aderito a questa iniziativa iscrivendo il proprio figlio, nipote o altro bambino interessato a costruire giocattoli riciclando i materiali che ci circondano. L’intenzione è quella di “sensibilizzare” anche i bambini al tema del riciclo ambientale: permettendo loro, anche pochi, di stare con noi 3 ore mentre spieghiamo l’ora come costruire cose con quella che a tutti pare solo monnezza fastidiosa da lanciare nello spazio a ogni costo. Grazie in anticipo a tutti, campani e non. ps Questa preghiera è indispensabile: se non si raggiunge il numero minimo di 5 bambini…saremo costretti ad annullare questa iniziativa. http://inkistolio.wordpress.com/2013/11/25/inkistolio-presenta-laboratorio-per-bambini-sfruttare-i-rifiuti-per-costruire-giochi/

Bici, la prossima rubata non sarà la tua se…

La FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) ha condotto la prima indagine nazionale sui furti di biciclette e ha appena presentato i risultati in un convegno a Milano. La ricorrenza era il  65° anniversario della prima proiezione del capolavoro di Vittorio De Sica “Ladri di Biciclette“.

Leggendo l’analisi svolta si scopre che quello del furto di pedali è un fenomeno che genera ogni anno un danno di 150 milioni di euro all’economia del Paese e che solo il 40% delle vittime sporge denuncia. Sono cifre che impressionano: ogni anno, nel nostro Paese, il parco bici circolante di quattro milioni subisce 320.000 furti. Cioè 12 bici ogni 100 son quasi sicure di prendere strade diverse da quelle scelte dai loro legittimi proprietari.

Un dato curioso: per i ciclisti italiani la paura di essere derubati è seconda solo a quella di essere investiti. Dunque, per moltiplicare il numero dei ciclisti e per sostenere i progetti di mobilità sostenibile e tutela ambientale, al pari delle piste ciclabili è indispensabile occuparsi seriamente anche dei ladri di biciclette.

Secondo i dati di FIAB, non funziona pensare “se rubano più bici aumenta l’indotto di settore” perché chi ha subìto un furto è più incline ad acquistare una bici a basso costo e di inferiori standard di sicurezza, spesso proveniente da mercati extraeuropei. In alternativa, si tende a rivolgersi al mercato dell’usato, talvolta di dubbia provenienza, concorrendo così al reato di ricettazione.

Il problema della non-denuncia rallenta i provvedimenti del legislatore. Il caso di Bologna è emblematico: su 240 questionari compilati, i furti subiti sono stati 275, più di una bici a testa, ma le denunce solo state solo il 27%. Nei capoluoghi dove muoversi su due ruote è un’abitudine diffusa e dove è presente un sistema di identificazione delle bici, l’indagine mostra un atteggiamento più responsabile dei cittadini: a Padova, ad esempio, il 68% ha esposto denuncia, mentre a Reggio Emilia si arriva addirittura a un 89% di furti denunciati.

Per contrastare il fenomeno della delinquenza a due ruote, FIAB propone un sistema di punzonatura pubblico e univoco del parco bici circolante, come per altro avviene in molti altri paesi europei. La via ipotizzata è la marchiatura indelebile del codice fiscale del proprietario sulla bicicletta, perché offre una serie di vantaggi facili da ottenere. Si tratta di un database già esistente nel nostro Paese e che offre l’identificazione immediata del proprietario e la possibilità di restituire il bene mobile, facilita la gestione intelligente delle bici sequestrate, ora inevitabilmente ammassate dei magazzini comunali, disincentiva il furto e il riciclaggio, incentiva la denuncia del furto della bicicletta, facilita l’abbinamento della bici al suo proprietario in qualunque luogo del nostro Paese.

Pare insomma, secondo la FIAB e la logica, che la punzonatura possa aiutare. Nel mentre, esistono le solite buone vecchie precauzioni del lucchetto robusto e del buon senso.
Scarica qui il pieghevole FIAB gratuito “Come rendere la vita difficile ai ladri di bici”.

Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.

Due foto, due crudeltà, ma la bestia è una sola

Queste sono due immagini “rubate” alla mostra fotografica realizzata in collaborazione con la sezione documentaria della BBC e dal Natural History Museum di Londra.
Vi chiedo di guardarle bene. In entrambe ci sono due vittime. Focalizzate la vostra attenzione sugli sguardi.
Sì, c’è quello delle vittime. E c’è quello degli aggressori.
La differenza sta in questi ultimi. Gli aggressori sono tutti giovani. I cuccioli felini nella savana stanno imparando la legge della natura, la madre ha appoggiato la giovane gazzella lì per insegnare loro a cacciare. Nel trasportarla, il genitore della cucciolata si é premurata di non farle del male.

Il bambino invece sta torturando gratuitamente la scimmietta semplicemente perché nessuno gli ha mai insegnato il valore di una vita. Probabilmente non ha mai letto un libro, altrettanto probabilmente nessun adulto ha mai spiegato lui cosa differenzia gli uomini dagli animali. Quella scimmietta ha lo stesso sguardo terrorizzato che potrebbe avere un uomo. Il bambino invece ha lo sguardo fiero, quello di chi é sicuro che sta facendo qualcosa di cui essere orgoglioso. Potrebbe tranquillamente essere altrettanto crudele con un suo simile, imbracciando un fucile o un macete.

Alla fine, le due foto mi confermano che le bestie non sono gli animali.

Mezza provincia di Milano galleggia in Antartide

Un iceberg grande come metà provincia di Milano (circa 710 km quadrati) si è staccato dall’Antartide mettendo in allerta i centri di controllo della navigazione nell’emisfero meridionale.

Il distacco è stato monitorato dall’ottobre 2012 ed è avvenuto gradualmente con una spaccatura simile a un crepaccio. Il “ghiacciolo” ci metterà un bel po’ a sciogliersi, ecco perché è stato lanciato un segnale di allerta a tutti i natanti nella zona. L’evento non va necessariamente interpretato come un segnale di evoluzioni climatiche, fenomeni simili sono abbastanza frequenti, anche se le dimensioni di questo iceberg sono decisamente eccezionali. In questi casi, quello che preoccupa non è tanto la parte visibile, quanto le dimensioni della parte immersa, attualmente non ancora monitorata. I naviganti sono avvisati.

Il distacco ha anche un paio di risvolti naturalistici. Una massa di ghiaccio di queste dimensioni è in grado di influire il microclima dell’area in cui insiste e può in certi casi essere un natante per portare forme di vita, nel caso ce ne fossero, lontane dal luogo di origine.

Nessun colpevole per la petroliera squarciata

Una petroliera si spacca come fosse fatta di lego, la chiazza di petrolio che rilascia è grande come una provincia, sulle coste della penisola iberica succede un’ecatombe alla fauna e alla flora, i danni economici alla pesca sono talmente ingenti da costringere a trasferire la flotta e… nessun colpevole!

A volte la realtà supera davvero la fantasia. Se fosse stata la trama di un romanzo, un qualsiasi editor avrebbe sostenuto la non verosomiglianza, invece

Il paradosso dell’inceneritore inutile

Ci sono parecchie enclavi italiane dell’ecologia dove si ricicla sempre di più e sempre meglio e non pensiamole tutte al nord perché nella lista fanno bella mostra anche località come Salerno e la Sardegna. Tra i virtuosi c’è anche la Brianza: la terra cantata da Stendhal rappresenta un esempio da seguire per l’attenzione di chi ci abita a distinguere e differenziare i rifiuti.

Un po’ meno virtuosa è  la scelta dei gestori del consorzio BEA (Brianza Energia Ambiente) in merito al loro inceneritore di Desio (provincia di Monza e Brianza). Il loro consiglio ha deciso, in un momento di sovracapacità degli impianti locali, di ingrandire l’inceneritore con un investimento di 32 milioni di euro per portarlo a 80.000 tonnellate annue di rifiuti da bruciare.

Spiegatemi: la logica è quella di renderlo ancora di più sovracapace? Non era abbastanza sottoutilizzato? Se già riciclo bene a cosa mi serve un forno più potente per bruciare i sempre minori scarti? L’unico a reagire con decisione è stato il comune di Desio.

“Grazie alla nostra opposizione il progetto è stato revisionato – afferma Roberto Corti, sindaco di Desio – eravamo gli unici contro e abbiamo ottenuto di andare verso un graduale spegnimento e lo sviluppo nel consorzio di pratiche come quella del compostaggio, ma con solo il solo 12,5% rappresentato dalle nostre quote nella BEA c’è ben poco da fare.”

Il territorio compreso tra Milano e i laghi ha tutti i numeri per essere valorizzato con piste ciclabili e aree verdi. Potrei sbagliarmi, ma non credo che un inceneritore rientri tra le attrazioni per richiamare il pubblico, tanto più in un’ottica di valorizzazione del territorio cornice di EXPO2015.

”È stato un colpo di mano inaccettabile, una maggioranza risicatissima di pochi ha deciso per il futuro di tutti ampliando un inceneritore forti di un’autorizzazione acquisita poche settimane prima di una moratoria Regionale che ha detto, finalmente, stop a nuovi forni – dichiara Andrea Monti, assessore al turismo della provincia di Monza e Brianza –  Un investimento utile a chi e a che cosa? I cittadini rischiano di pagare un doppio conto, ambientale ed economico, nel caso in cui il piano industriale si rivelasse insostenibile.”

Uno schema riassume brevemente perché gli inceneritori dovrebbero essere ottimizzati da una corretta gestione dei rifiuti per ridurli (e bruciarli) al minimo.

Sono brianzolo, amo la mia terra, il nostro fiume si chiama Lambro e quando sono nato non potevi immergerci un piede senza danni per la tua salute mentre ora sono tornati i pesci e posso andare in bici sulla sponda da Monza fino ai laghi. Perché devo leggere ancora notizie illogiche che mi rendono incapace di spiegare la scelta di certi amministratori? Soprattutto: perché non sono diffusi ampiamente i nomi e gli interessi di chi ha votato a favore del piano di ingrandimento? I cittadini che pedalano, immergono i piedi nel fiume e riciclano coscienziosamente hanno il dovere di sapere.