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Infradito, a ciascuno la sua, ecologica

Ho ricevuto un po’ di messaggi a strenua difesa delle infradito, calzatura estiva senza eguali per la libertà lasciata al piede ma che ha dei limiti ecologici per il forte impatto ambientale (non si recicla) e la dannosità al sistema articolare del piede e della gamba (non ammortizza).

Non voglio fare di ogni erba un fascio, anche perché adoro le infradito, e ho una serie di soluzioni da proporvi che però impongono delle scelte.

L’infradito della marchigiana Tecnofilm è realizzata in Ecopowerbio ed è completamente biodegradabile. In due anni di dissolve, ma solo se opportunamente compostata e non semplicemente tenendola ai piedi.
Rimane però il problema dell’ammortizzazione.

A questo rimediano i sandali infradito del tipo Crocs. Diciamocelo, non sono tra i più belli ma per esperienza personale riconosco che sono tra le cose più comode che possano avvolgere un piede, anche perchè sono realizzate con un tipo di gomma che permette alla pelle di respirare. Le Crocs, non le loro imitazioni, sono fabbricate in Croslite, un materiale con una base antibatterica che però non è riciclabile. L’azienda ha avviato un programma di riciclo proprio su una  filiera indipendente ma in Italia non è disponibile. Per contro, però, questo tipo di infradito dura molto di più, andando ben oltre la singola stagione. Il prezzo, intorno ai 32 euro, non è paragonabile alle altre infradito ma compete con molte calzature comode.

In ambito sportivo, le infradito di un  marchio da corsa sono di Salomon. Carine, avvolgenti e ben ammortizzate sembrano un buon compromesso tra chi domanda prestazioni (han la suola di un sandalo) e comodità.

Salendo ancora nella fascia di prezzo, tra i comodi evergreen ci sono i Birkenstock. Comodi, eleganti e molto trendy, anche se molto lontani come immagine dalla immortale flipflop da surfista.

Come saremo tra 100.000 anni

Sempre ammesso che ci si arrivi, tra più o meno mille secoli la razza umana potrebbe trasformarsi assumendo connotati con occhi di cerbiatto.

A sostenerlo è Alan Kwan, esperto di Genomica Computazionale. In modo non evidenziabile dal rendering, lo studioso sostiene anche che avremo una pelle più pigmentata per meglio resistere all’aggressività dei raggi cosmici e ci avvarremo di nanoteconologie per i difetti relativi a vista e udito, compromessi dalle intense attività spaziali che, prevede lo studioso, coinvolgeranno ogni uomo nel suo percorso lavorativo.

Qui la natura è un disegno

Sembra una galleria di suggestive creazioni di astrattismo, invece sono (ottime) foto di ambienti esistenti in natura. Fateci un giro, chissà che non ne traiate ispirazione per un viaggio o il prossimo safari fotografico. Gli scatti sono 17 e spaziano dall’Irlanda alla Namibia passando per gli USA, il Giappone e la terribile porta dell’inferno in Turkmenistan. L’Italia è rappresentata dalle Odle, un po’ pochino direi. Sono sicuro che impegnandoci possiamo aumentare il numero di paesaggi nostrani. Intanto accontentiamoci.

Le polpette di Fido

Vi premetto subito che Fido non è il destinatario del piatto, ne è l’ingrediente. Fermatevi qui se avete un cane o un gatto e non reggete la vista della violenza.

Shangai, una comitiva di giornalisti, gita verso le campagne per soddisfare i gli italiani affamati di tipicità. Accontentati trovando una specie di Gardaland uscita dalle stampe d’epoca, riabilitate con un po’ di contemporaneità grazie al potere dell’elettronica.
Cammino tra le vie con alcune colleghe. Non sanno nulla o molto poco della Cina. Tra i negozi cineserie varie, se non lì dove? Fino alla sezione animali. Sul banco del cibo ci sono le anatre laccate, e quando scrivo laccate intendo precisamente laccate, con finezza mobiliera, di una tinta color ebano da fare invidia a uno studio di notaio. A fianco dei cuccioli assonnati. Sono cagnolini e tartarughe.

«Che carini», dice una collega, ignara.
«Tu sai cosa sono, no?», ribatto.
«Certo, cuccioli in attesa del compratore», lo sguardo di fondo solfeggia anche un “ma mi hai preso per scema?”.
«Esatto. Cuccioli. Solo che il compratore indica anche il tipo e il grado di cottura», dico guardandola, non perché voglia guardar lei, ma perché non ho il coraggio di guardare nella gabbietta.
Per il resto del viaggio, fino alla conferma del nostro accompagnatore su quanto avevo detto, la donna non mi ha rivolto la parola.
Aneddoto a parte, rigorosamente vero, pare che ora in Cina le cose stiano cambiando e qualcuno si stia mobilitando anche dall’interno contro le ricette tradizionali a base di cani.  Le petizioni abbondano in rete e hanno un seguito anche tra i cinesi.
Qui c’è un filmato. Non nasconde nulla. Il dovere di cronaca mi impone di linkarlo, Attenzione però, a me ha bloccato il respiro, NON E’ PER TUTTI. Poi scegliete voi la petizione, ce n’è una redatta da volontari cinesi. Non sono nessuno per imporre alla seconda potenza mondiale di rinnegare le proprie tradizioni. Non sono neppure vegetariano, almeno per ora. Sono però abbastanza adulto e sensibile per chiedere quanto meno, alla stregua di quello che domando per polli, maiali e vitelli, condizioni di vita lontanissime da quelle del filmato.
Se siete arrivati fin qui, vi prego di fare uno sforzo in più: diffondere questo messaggio, perché nessun essere umano mi venga più a chiedere se lo credo scemo quando lui vede un cucciolo mentre purtroppo stiamo guardando una pietanza.

Banane, foresta e borracce

L’acqua del rubinetto è buona (almeno) tanto quanto quella delle bottiglie, risparmia gasolio e plastica per trasportarla e azzera il  rifiuto. Ora fa bene anche direttamente alla foresta.

SIGG, l’azienda svizzera produttrice di borracce, e Cuipo, l’organizzazione che si batte perché nel mondo “occidentale” si abbia maggiore consapevolezza nella tutela della foresta pluviale in via di estinzione, stanno condividendo un progetto.
Quattro bottiglie personalizzate per Cuipo, quattro modelli che dichiarano la nostra volontà di sostenere il progetto: Steve the Sloth, Bring Your Own Bananas, Fight Deforestation e Tiko.

Per ogni borraccia venduta, Cuipo riceverà un contributo in grado di salvare un metro quadrato di foresta pluviale. Le borracce prodotte da SIGG per l’iniziativa, sottolineano la necessità di un’azione urgente verso il più grande polmone verde del pianeta, attraverso un design audace e divertente.

La serie di SIGG Cuipo è disponibile in modelli da 0.6L e 0.3L e ogni borraccia è dotata di un codice di attivazione personalizzato. Di cosa si tratta? Nulla di più semplice: basta inserire il codice sul sito di Cuipo www.cuipo.org per scegliere e preservare il proprio metro quadrato di foresta pluviale a Panama. Le borracce sono disponibili online al sito www.sigg.com o www.cuipo.org e nei negozi SIGG europei.

La batteria arriverà dagli alberi

Pile e accumulatori esausti contengono piombo, cromo, cadmio, rame, zinco, ma soprattutto mercurio. Una pila stilo contiene 1 grammo di mercurio, sufficiente a inquinare 1000 litri d’acqua. Ecco perché vanno assolutamente conferite in discarica e MAI smaltite come indifferenziate.

I problemi delle batterie legati al loro peso in fase d’uso ma soprattutto al loro smaltimento a fine ciclo potrebbero aver trovato una soluzione alla Maryland University.
Una fetta di legno abbinata a strati di stagno potrebbe diventare una batteria durevole ed efficiente, ma soprattutto essere compatibile con l’ambiente.

«L’idea arriva dagli alberi – dicono i ricercatori – le fibre che compongono un tronco possono trattenere acqua altamente mineralizzata e quindi sono ideali per immagazzinare elettroliti, rendendo la struttura legnosa non solo la base ma la struttura attiva della batteria».

Facciamo due conti? Ogni anno si immettono sul mercato europeo 800.000 tonnellate di batterie per auto (come 8 grandi portaerei), 190.000 tonnellate di batterie industriali e 160.000 tonnellate di pile portatili (di cui solo il 30% ricaricabili). Vi rendete conto di quanto minerale (risorsa non rinnovabile) sprechiamo? Il legno almeno, in quanto risorsa coltivabile, potrebbe davvero diventare l’uovo di Colombo, utile nel ciclo di vita per trasformare CO2 in ossigeno e dopo la raccolta per accumulare energia.

L’Italia dei posti più …

Siamo sempre alla ricerca di luoghi che ci suggestionino. Qualche volta i media ci mettono del loro con qualche ritratto di paesino elencato nella classifica dei posti più … (sostituire i puntini con l’esca giornalistica che vi viene meglio). Fa sempre piacere sentire nominare le Cinque Terre in una sfilza di titolatissime località internazionali come nell’ultimo dell’Huffington Post, ma il timore è quello di ricadere poi nel giro dei soliti noti.

Mi permetto allora di snocciolarvi, stando in Italia e senza neanche troppi sforzi, qualche chicca tra quelle che conosco. Nessuna pretesa di spacciarvela come la classifica dei posti più … , vi dico solo che in queste località mi sono trovate molto bene. Per l’atmosfera, la gente, il cibo, tutto quello che nell’insieme della mia testa affamata di luoghi fa l’ITALIA. Dunque buona visione, ma soprattutto buon soggiorno, se vi capitasse.

Orta San Giulio (Piemonte)
Madonna di Senales (Südtirol – Alto Adige)
Fontanellato (Emilia Romagna)
Panicale (Umbria)
Limone sul Garda (Lombardia)
Bosa (Sardegna)
Varenna (Lombardia)
Erice (Sicilia)
Sorano (Toscana)
Calcata (Lazio)
Portovenere (Liguria)
Polignano a Mare (Puglia)
Sauris (Friuli Venezia Giulia)
Chamois (Valle d’Aosta)
Bagno Vignoni (Toscana)
Positano (Campania)

9 cose che crediamo salutari e invece…

Trascorri una vita attenta a quel che mangi, usi la bici più che puoi, hai la casa così piena di bidoni di riciclo che per gli amici sei un pazzo, ma ci sono comportamenti o attitudini che a volte crediamo salutari e così non sono. Qualcuno ne ha fatto un elenco, citando fonti cliniche attendibili.

1> se sei un utilizzatore compulsivo di igienizzante per mani, accertati che il prodotto che stai usando non contenga il Triclosan, sostanza che rischia di abbassare le difese immunitarie

2> se usi creme o prodotti di bellezza, non cedere alla tentazione di provarne molti o variare spesso le marche, potresti sottoporre la pelle a uno stress maggiore del beneficio apportato dal cosmetico

3> adori le infradito e le usi da giugno a settembre, ma sappi che il tuo piede subisce un microshock ad ogni passo per l’assenza di ammortizzazione e di sostegno dell’arco plantare

4> lavare i denti con spazzolino e dentrificio dopo ogni pasto indebolisce le naturali difese immunitarie del dente, dopo i pasti meglio solo una sciacquata

5> allenandoti molto in sport ad alto consumo calorico come la corsa o il nuoto, insegni al tuo corpo a consumare meno, inducendo una tendenza a risparmiare calorie che, alla lunga, potrebbero far aumentare il peso

6> costringersi a pasti leggeri induce irritazione sbalzi umorali che si ripercuotono poi nello sfogarsi a tavola in momenti di maggior tranquillità

7> bere solo acqua in bottiglia e non acqua dal rubinetto (spesso più controllata e di miglior qualità) può provocare danni ai denti, essendo il liquido imbottigliato generalmente  privo di fluoro (la plastica, poi, inquina… meglio le borracce, che fanno anche figo e raccontano qualcosa di te)

8> l’uso intensivo di prodotti per la casa contenenti battericidi particolarmente aggressivi può alla lunga provocare asma e favorire l’insorgere di patologie più gravi, meglio piuttosto tornare a prodotti più tradizionali come soda, aceto e alcool

9> molti prodotti in commercio sono vitaminizzati e siamo tranquilli perché abbiamo sempre creduto che più sali e vitamine assumiamo e meglio è, ma un eccesso di vitamina A può essere tossico per il feto, troppa C può provocare problemi intestinali, la B6 mette a rischio il sistema nervoso.

Insomma, come al solito nessun allarmismo, ma solo una sana dose di buon senso per aiutarci a ricordare che tutto quello che è salutare, rimane tale se praticato o maneggiato con moderazione.
Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.

L’app che fa pedalare

Chi é cintura nera di Ruzzle e si crogiola nei social game, provi a dare un’occhiata a questa app. Una parte del ricavato serve per comprare biciclette agli studenti africani che cosí possono raggiungere l’universitá dal loro villaggio.
Per la cronaca, sono in treno e in questo preciso momento TUTTI quelli attorno a me nella carrozza stanno giochicchiando. É anche vero che da fuori, sembra proprio che stiamo facendo la stessa cosa. Saranno mica anche loro dei blogger?