Archivi categoria: Terra degli Orsi

Camera con vista (e musica) dallo spazio

ISS è l’acronimo di International Space Station, la stazione spaziale internazionale orbitante sopra le nostre teste a un’altezza media di 350 km. Un vero villaggio che garantisce la sopravvivenza umana nello spazio, nonché il terzo oggetto spaziale meglio riconoscibile ad occhio nudo dopo il sole e la luna.

Probabilmente è anche uno dei migliori punti di osservazione sulla nostra Terra, come dimostrano i filmati che  trasmettono con suggestione l’idea di trovarci su un pianeta paragonabile a una navicella di paradiso che galleggia in uno spazio vuoto e inospitale.

Se fino ad oggi eravamo incantati dalle immagini esterne, da qualche giorno impazza in rete anche il miniconcerto che Chris Hadfield, il comandante della ISS, ha registrato in uno dei moduli e nella cupola panoramica della ISS. Il brano è Space Oddity di David Bowie. “E’ un grande privilegio”, commenta il nostro Major Tom, che a 52 anni è alla sua terza missione spaziale.
Una curiosità: i moduli che compongono la stazione spaziale e la cupola finestrata dove si esibisce il cantante spaziale sono prodotti a Torino da Alenia.

51 metri di salti nel parco

C’è un concorso internazionale di design che ogni anno  si propone di selezionare e premiare progetti di punti di osservazione sull’ambiente naturale che fondino architettura e paesaggio. Tra gli scopi della manifestazione c’è quello di valorizzare parchi e aree agricole.

Quest’anno l’ha spuntata lo studio Salto Architects con (il nome lo anticipa) i 51 metri di una passerella elastica che è un po’ strada, un po’ gioco e un po’ punto di osservazione sull’ambiente circostante. Il progetto era nato come proposta di strada veloce per pendolari urbani, ma poi è finito in un parco e la photo-gallery è eloquente sul quanto ci si diverte. Un po’ meno ludico dev’essere stato l’impatto ambientale che ha probabilmente richiesto l’azzeramento di una striscia di bosco. La domanda “era davvero necessario?” trova risposta nella realizzazione di una struttura visivamente poco invasiva che crea un centro di aggregazione immerso nella natura. Tutto sommato direi che il compromesso è accettabile, tanto più se incoraggia la gente a stare all’aperto e ad essere coscienti del valore dell’area.

2019, l’anno dell’ultima balena, quattro minuti e un grande attore per raccontarlo

2019: questo è l’anno in cui l’ultima balena potrebbe essere issata a bordo di una nave per essere immolata da una logica produttiva ancora condivisa da paesi che si dicono civili. Lo denuncia Requiem 2019, il film prodotto, diretto e interpretato dall’attore Rutger Hauer con la collaborazione del regista Sil van der Woerd.

Cosa possiamo fare per fermare lo sterminio di cetacei? In Italia le specie sono protette, ma in mare aperto e negli oceani no. Un esempio su tutti: la balenottera azzurra antartica dopo 40 anni di protezione è comunque ridotta allo soglia dell’1% di quel che era all’inizio del periodo di tutela. Qualche suggerimento per supportare le campagne si trova in rete. Altrimenti si può puntare sul sostenimento delle associazioni impegnate in prima linea come Sea Shepherd e GreenPeace, i cui volontari si sono messi più volte tra le baleniere e le balene anche a rischio della propria vita.

Sono i più grandi esseri viventi rimasti sul nostro pianeta, ce ne sono sempre di meno, eppure sono cacciati da molti paesi con finti scopi di ricerca, possiamo davvero fare qualcosa. Ora.

Bere vino in futuro, comincia col bio.

Secondo un’indagine britannica da qui al 2050 la geografia vinicola europea potrebbe subire dei drastici cambiamenti dovuti alle variazioni climatiche.

La mappa è abbastanza eloquente: stando ai dati, stiamo giocandoci il Piemonte, la Toscana e l’Umbria con quasi tutto il centro Italia (in rosso le zone a rischio, in blu quelle che diventeranno le nuove aree vinicole).

Possiamo fare qualcosa per invertire la tendenza e continuare a goderci il panorama e pedalare tra le vigne? No, non possiamo neanche essere certi che la tendenza climatica prospettata sia corretta, visto che i modelli non stanno dimostrando l’attendibilità sperata nel lungo periodo.
Nel nostro piccolo-piccolissimo, possiamo solo sensibilizzare chi ci circonda sulla necessità di un utilizzo più sostenibile del territorio e lo sviluppo di vigne più resistenti e meglio curate.

Suonerà strano, ma se impariamo a essere più accorti ora nell’uso dell’energia e nelle colture meno intensive, a usare meno i combustibili fossili (meno auto!), chiedere ai governanti il rispetto del territorio, forse possiamo farcela a continuare a bere del buon vino. Se poi volete fare un passo oltre, provate un sorso di vino biologico: dai cuori protetti delle nostre regioni vinicole, qui c’è qualcosa che potrebbe sorprendervi.

Il mondo dopo di noi, la città fantasma di Epecuen

Argentina. A cinquecento chilometri a sud ovest di Buenos Aires, l’acqua del lago di Epecuen è dieci volte più salata della media marina ed è nota per il suo potere terapeutico. Un quarto di secolo fa la tracimazione del bacino ha sommerso la città di Villa Epecuen costringendo gli abitanti alla fuga improvvisa.

Oggi, il ritiro delle acque, illustrato da un servizio fotografico da Worldpress, ha riportato alla luce l’abitato mostrando gli effetti devastanti della corrosione. Il paesaggio suggestiona, con immagini non distanti dai fotogrammi de La terra senza di noi e un messaggio chiaro su cosa accade quando l’uomo si ritira e tutto tende a tornare all’equilibrio iniziale.

Al margine della città non ha mai smesso di vivere il vecchio Pablo, che in una intervista racconta la sua esperienza di uomo che ha assistito alla fine del (suo) mondo.

Dove vado domenica? Ad allenare il pollice verde a Orticola

Se il tuo pollice è verde fino all’osso e hai passione per orti e giardini, questo fine settimana passa a Orticola, nei giardini Montanelli di Milano in via Palestro.

L’edizione 2013 si conferma interessante per i suoi espositori, per la qualità raffinata e la varietà delle piante esposte, per la cultura del verde che tutti i soggetti coinvolti vogliono diffondere e che perseguono come filosofia propria.

Quest’anno Orticola è ancora qualcosa in più e vuole dedicare particolare attenzione al giardino e ai tanti modi con cui le piante possono disegnare, arredare, animare ogni spazio verde o angolo di terra.

Ci facciamo un giro?

Al fotografo cieco è la Terra che suggerisce quando scattare

Se è esistito un grande musicista sordo, è ammissibile un grande fotografo cieco. Il Beethoven dello scatto si chiama Gary Albertson.

Quest’uomo cammina, si ferma, ascolta e immortala con una foto il paesaggio che ha di fronte. Non ci sarebbe nulla di strano se quest’uomo non fosse quasi completamente cieco dal 2010, quando un glaucoma gli ha provocato un danno irreversibile alla vista. Era probabilmente la cosa peggiore che potesse capitare a un fotografo, ma non si è arreso.
“Posso ascoltare e sento cosa succede, mi fido”, dichiara Gary costretto a marchiare la sua attrezzatura con dei grossi bolli gialli per trovarla e raccoglierla quando gli cade. Vederlo camminare nel bosco scavalcando le radici mette tenerezza e allo stesso tempo stupore per come si muove usando sensi che non siano la vista.

Non c’è dubbio che quest’uomo meriti la massima considerazione, come non c’è dubbio che la Terra parli davvero a chi è in grado di ascoltarla. Quel che nessuno si sarebbe aspettato è che la natura fosse addirittura in grado di suggerire quando scattare una foto.