Per la prima volta nella storia del turismo, un paese alpino mette ufficialmente in rete un network di sentieri su scala nazionale e destinato espressamente al pubblico con difficoltà motorie.
Intendiamoci, la novità non è il sentiero per gli handicappati o la pagina web della descrizione del percorso. In Italia esistono tracciati segnalati su parks.it , come ne esistono nelle singole regioni e in certi comprensori turistici. La novità è che un intero stato si è mobilitato e ha messo un sigillo su scala nazionale definendo i percorsi, la segnaletica e, soprattutto, creando le condizioni per arrivarci anche con i mezzi pubblici.
Il paese è la Svizzera. A questo punto si possono pensare due cose: 1- facile, è un piccolo paese ed è ricco, 2- erano già in vantaggio per la rete sentieristica integrata con mezzi pubblici.
Punto 1. Sì, è facile. La Svizzera sarà anche piccola ma è un groviglio di valli e montagne, e comunque è facile perché gli svizzeri sono ben organizzati, hanno senso civico e si muovono nelle loro parti in modo coordinato. Ricordo che, sembrerà una sciocchezza, in certe regioni italiane chi organizza le linee bus nelle valli non tiene conto di dove iniziano i sentieri e le fermate sono distribuite come fagioli in un barattolo, cioè a caso.
Punto 2. Certo che sono in vantaggio, ma non perché un giorno si è spalancato il cielo e una colomba bianca ha illuminato il paese del groviera e cioccolato. Sono partiti prima e hanno costruito un “sistema”. Cos’è un sistema? Cito Wikipedia: “il sistema, nel suo significato più generico, è un insieme di elementi interconnessi tra di loro o con l’ambiente esterno tramite reciproche relazioni, ma che si comporta come un tutt’uno, secondo proprie regole generali”.
Ora un semplice esercizio prima di lucidare la carrozzina e mettersi lo zaino: sottolineare le parole della definizione wikipediana estranee alla rete italiana. Resta ben poco di diverso se non affrettarsi a mettere un biglietto svizzero in tasca.
Un’ultima nota: non sottovalutiamo questi sentieri. Sono sì stati pensati per individui con difficoltà motorie, ma non disdegniamoli anche per i passeggini, per avvicinare i più piccoli o per gli allergici alla troppa fatica alla montagna.
Questo articolo è stato pubblicato anche sull’Huffington Post.