La naturalista Julie Anderson riesce a danzare con gli squali.
Julie fa capo a un gruppo di conservazionisti che ha fatto della protezione degli squali la propria bandiera, tanto da chiamarsi Sharks’ Angels.
Perché proteggere un animale ritenuto nell’immaginario comune tanto crudele? Premesso che al mondo muoiono più persone per punture di vespa che non per attacchi di squalo, questo pesce tanto antico quanto perfetto nella sua tecnica di navigazione è un elemento cardine della catena alimentare. Senza di lui, il mare si ammalerebbe.
Lo scopo degli angeli degli squali è dunque la sensibilizzazione del rischio estinzione del predatore dei mari, che nel Mediterraneo si è ormai ridotto del 97%. Per chi non lo sapesse, tra le cause del massacro degli squali c’è anche la raccolta della pinne dell’animale, ingrediente per una zuppa.
Quel che non si dice a chi ordina la pietanza, è che, strappata la parte del malcapitato essere, lo stesso viene buttato in mare abbandonato al destino di morire dissanguato.