Dramma sulla spiaggia, in Olanda ci stanno lavorando
Finire impigliata in una rete, provare a dimenarsi e rimanere quasi soffocata nel tentativo di liberarsi, è un’esperienza che non si augura a nessuna creatura. Nella migliore delle ipotesi, i postumi sono cicatrici nella carne viva.
C’è una struttura in Olanda che si occupa di porre rimedio. Come una goccia nel mare, ma è già qualcosa. Se vi capitasse di essere nella parte settentrionale dei Paesi Bassi, è una bella esperienza da condividere per capire cosa succede sul campo dell’assistenza clinica alla fauna selvatica. La serietà dell’istituto è confermata dal fatto non vogliono vincolarsi a sponsor unici ma accettano donazioni piccole e piccolissime. Per chi volesse, c’è perfino la possibilità di adottare una foca.
Le foche si meritano la fama di essere tra i mammiferi più simpatici nell’immaginario collettivo, eppure continuano ad essere tra le specie minacciate. Osservare volontari che si prendono cura di loro, è un’esperienza che non si dimentica ed è sempre un piacere raccontare.
Camminare elimina la tristezza
Molte volte vi sarà capitato, camminando mentre vi guardate attorno, di riflettere, rilassarvi, attenuare i problemi, vedere le cose con angolazioni diverse.
Camminare è sicuramente una delle azioni più comuni delle nostre vite, ma proprio per questo, conserva insita un potere curativo e lenitivo senza eguali.
Il marcio tra le montagne raccontato a Milano, con Umberto Ambrosoli
Elefanti che disegnano, galleristi cercasi
Ha dell’incredibile: vi sembra possibile che un elefante sia in grado di disegnare un proprio simile? Ebbene succede.
Nel sudest asiatico non è la prima volta volta che i pachidermi sono usati a scopo di attrazione: con scelte di sfruttamento davvero discutibili, si sono visti ballare, emettere suoni simili a parole, giocare alle coccole come i gattini, ma raramente era stato documentato un disegnatore.
Se qualcuno avesse ancora dubbi sull’intelligenza degli elefanti, beh, forse da oggi potrebbe averne qualcuno meno. Di fatto, non si tratta però tanto di abilità nel dipingere quanto di allenamento e apprendistato nell’ottenere figure che poi sono convertite dagli istruttori in cibo-premio. Cioè, mentre siamo certi che a un certo disegno l’elefante faccia corrispondere un riconoscimento, non siamo affatto sicuri che nel disegno realizzato l’animale riconosca effettivamente la sagoma di un proprio simile. Il tutto è stato documentato, riconoscendo comunque ai pachidermi una dose di abilità non comune nell’affidabilità del risultato e nella mobilità muscolare del movimento di pennello.
Il bello della bici: un videomanifesto
Vi siete mai fatti la lista della spesa sui vantaggi della bici?
Ho provato a farla miscelando un po’ di siti. Poi ho frullato con un tantino di passione e del sano senso pratico di paragone con altri mezzi di trasporto di corto raggio.
Sembrerà una sciocchezza, ma alla fine è meglio andare in bici perché:
> è divertente
> si rispetta l’ambiente
> si risparmia denaro
> fa bene alla salute
> non induce mal di testa da traffico
> permette di riconoscersi in una comunità
> si notano meglio le strade e le città, che diventano più belle
> essere ciclista è cool
> pedalare è efficiente e veloce
> ci si dimentica del parcheggio.
Serve altro? Buona pedalata con il Manifesto di Lifecycle.
E con la nostra compagna a pedali, naturalmente.
Ti piace il vino, ma i solfiti?
Quante volte leggendo l’etichetta di una bottiglia di vino ci ha colpito la scritta “contiene solfiti”? La dicitura é obbligatoria e fa subito pensare ad un pericoloso addittivo, ma in realtá l’anidride solforosa é un componente antisettico e antiossidante che permette al vino di maturare in bottiglia. Fare a meno dei solfiti peró é impossibile, visto che sono generati naturalmente dallo stesso vino. Quello che si puó fare é ridurre i solfiti aggiunti. L’eccesso di queste sostanze induce mal di testa e il tetto massimo é fissato dalla legge.
Ora l’enologo Riccardo Cotarella ha addirittura cercato di eliminarli e ha selezionato 26 vini garantiti senza solfiti aggiunti. Presto sará resa nota la lista e gli intenditori avranno un motivo in più per alzare i calici.
Tornado spaventosi e cacciatori di tempeste anche in Italia?
Le immagini del tornado di Moore sono sotto gli occhi di tutti. Impressionano i fotogrammi del fenomeno atmosferico come quelle della distruzione e della solidarietà raccolte nel day after. Ancora di più impressionano i racconti dei superstiti, “un mostro enorme, scuro e spaventoso”, “urlava e veniva incontro lanciando esplosioni”.
Può accadere qualcosa di simile in Italia? La risposta dei climatologi è unanime nel rispondere che è improbabile, almeno con l’intensità manifestatasi in Oklahoma.
La scala di classificazione dei tornado prevede cinque gradazioni, da 1 a 5, e si chiama Fujita. Quello di Moore era di livello F-5. In Italia i peggiori registrati sono stati di categoria F-3. Si riconoscono in questo livello quelli recenti di Modena (lo scorso 6 maggio) e Taranto (Novembre 2012).
Senza abbandonarsi ad eccessivi allarmismi, chiariamo che improbabile non significa però impossibile, anche se la presenza di una orografia complessa come quella della nostra penisola è un po’ una polizza assicurativa contro il fenomeno. I numerosi e frequenti rilievi, Alpi e Appennini su tutti, sono un ostacolo alla circolazione di masse d’aria imponenti come quelle che hanno generato il mostro ventoso di Moore, che è arrivato ad avere un diametro di vortice di quasi 2 chilometri.
Le zone più a rischio rimangono dunque le nostre pianure. E’ proprio lì che, come in Usa, anche da noi sta crescendo il numero degli storm chaser, gli inseguitori di tempeste. Oltreoceano ne è stata fatta anche una serie televisiva per Discovery. Il progetto dei due extreme meteorologists, come si definisce la coppia di conduttori, è nato da una raccolta pubblica di fondi sul sito kickstarter. Lanciarono un appello a sostenerli e il risultato fu raggiunto. Ora, al primo allarme meteo, si tuffano nelle tempeste con le loro macchine corazzate ad inseguire le nubi e assistere allo spettacolo della natura, anche se alla sua base lascia disperazione e, ogni tanto, morte. I gusti sono gusti.
Questo articolo è stato pubblicato anche sull’Huffington Post.
La danza dei pianeti nel cielo spiegata dal tuo telefonino
C’è una interessante congiuntura spaziale nel cielo dei prossimi giorni. Da oggi fino al 30 maggio guardando in direzione nordovest possiamo vedere Mercurio, Venere e Giove danzare vicini vicini nello stesso settore della nostra visuale.
Ovviamente il concetto di vicinanza è solo ottico: quei cinque gradi di angolazione che racchiudono i tre corpi celesti, in realtà distanti tra loro milioni di chilometri, saranno visibili al tramonto nelle fasi di crepuscolo che seguono alla scomparsa del sole dietro l’orizzonte. Buoni strumenti per godersi questi spettacoli astrali sono le App di lettura della volta celeste. E’ come andare in giro con un astronomo in tasca. Personalmente uso Star Walk (costa 2,69€) ma in commercio ne esistono altre, come ad esempio Solar Walk, limitato al solo sistema solare.
Basta toccare lo schermo dopo aver puntato il telefonino verso il cielo per scoprire i nomi degli astri che abbiamo di fronte, ingrandire il corpo celeste scoprendone le caratteristiche, invertire addirittura la posizione e osservare come ci vedrebbe dallo spazio un ipotetico osservatore piazzato proprio sopra di noi.
Il consiglio è quello di sdraiarsi su un prato al tramonto e lasciarsi guidare alla scoperta delle stelle, puoi davvero sentirti uno star trekker senza essere costretto a lasciare la terra. Col corpo, la mente è un’altra cosa.
Una camminata da 2 milioni di anni
Siamo in cammino da due milioni di anni. Se non vi sentite troppo stanchi, metabolizzate anche l’informazione che siamo tutti africani. Sì, più o meno 90.000 generazioni fa, i primi gruppi di ominidi lasciavano le zone fertili dell’Africa per incamminarsi verso il supercontinente eurasiatico.
Trascorse ancora molto tempo perché altri gruppi, più evoluti, seguissero lo stesso cammino per raggiungere, in capo a qualche altro migliaio d’anni, l’Europa. Le testimonianze dei primi disegni nelle grotte (30/25.000 anni fa) e della scrittura (4.500) sono praticamente storia recentissima.
Per il resto del racconto vi invito a visitare Homo Sapiens, la mostra sul lungo cammino dell’uomo nel Broletto di Novara. Il percorso non é dei meglio allestiti ma la suggestione c’é tutta, supportata da modelli, reperti e video della National Geograpghic.
Ci sono delle curiositá poco note come il modello dell’uomo di Flores. Il nome deriva dall’isola dell’Indonesia dove sono stati trovati i resti di questo ceppo di Homo che non superava il metro di altezza e sarebbe sopravvissuto fino a tempi relativamente recenti.
Se vi sentite pronti per una passeggiata di due milioni di anni, buona camminata.