Il trono del papa si ricicla

Non è uno scherzo! Sulla  scia di bici, canoe, giocattoli e chi ne ha più ne metta, ho scoperto che perfino il trono del papa può essere in cartone. Leggero sì ma per niente fragile.

Tutto è successo a Malta dove, nella logica della sostenibilità, un’udienza pontificia si è svolta con solo pezzi di cartone riciclato. Tutti i pezzi, perfino il trono papale, erano infatti composti ripiegando fogli di imballo realizzati da una ditta specializzata italiana.
Mai cartone fu tanto santificato. E mai trono papale fu alla portata di tutti.

Siediti e godi, sei al Banff.

Il prossimo 6 marzo un nome canadese ricorrerà tra le vie di Milano e, a seguire, tra quelle italiane. Banff è una piccola città dello stato dell’Alberta lungo la Trans Canadian Highway, incorniciata dal Parco delle montagne rocciose. Con 7500 abitanti e quasi altrettanti orsi e coguari nei paraggi è uno dei paradisi degli sport di montagna. E’ anche la sede di uno dei film festival di montagna più celebri del pianeta, secondo solo al nostro di Trento per anzianità.

In programma alla fine di ottobre, il Banff Mountain Film Festival è un grande evento celebrato nello spirito dell’avventura: una rassegna di nove giorni in cui i riflettori sono puntati su filmati e libri di montagna con ospiti internazionali, autori, registi, alpinisti, climber ed esploratori provenienti da ogni angolo del globo.
Al termine delle proiezioni, i migliori film di ogni annata sono raccolti in una selezione e portati in giro per il mondo in un tour che quest’anno toccherà  390 città in oltre 35 nazioni, per un totale di circa 700 serate. Ora anche italiane.
Dedicato al dinamico pubblico di appassionati di sport outdoor, il BMFF World Tour Italy che inizia questa settimana riproporrà agli spettatori le straordinarie, coinvolgenti ed elettrizzanti atmosfere del festival canadese, giunto quest’anno alla sua 37ma edizione.
In circa due ore di proiezione gli undici film, selezionati tra i migliori, spazieranno da quelli dedicati all’alpinismo fino a quelli estratti dal programma che raggruppa i video più intensi e veloci di Banff. L’elenco completo dei filmati del tour italiano è consultabile sul sito.
Immaginatevi fotogrammi di imprese alpinistiche e sportive di ogni tipo all’interno di scenari decisamente fuori dall’ordinario, tra grandi spazi selvaggi, natura incontaminata, montagne, mari, deserti. Con un filo di rammarico, scorrendo il programma è evidente che prevalgono nettamente gli sport adrenalinici, di quelli che ti inchiodano alla poltrona, a discapito di dimensioni più quiete delle alte quote. Così i riders si fiondano in sella piroettando su trampolini di terra battuta, canoe si buttano in acque bianche sfidando tsunami fluviali, arrampicatori si espongono a vertigini mozzafiato, snowboarder scelgono canaloni suicidi, fino agli uomini che con le  tute alari volano (sì, avete letto bene, volano!) nelle valli sfiorando rocce e pini, allacciate le cinture e guardate questo. Da documentarista, obietto bonariamente che zoppica un po’ la parte più puramente naturalistica, anche se eccellentemente rappresentata da Mountains in motion di Paul Zizka che sarà un piacere gustare sul megaschermo da 155 metri quadri del cinema Orfeo a Milano. Con la straordinaria tecnica del time-lapse, le montagne rocciose aspetteranno gli italiani per l’anteprima nazionale. Per chi ama davvero la montagna sarà un peccato non esserci.


Bici di cartone. Costo? Meno di 10 dollari

C’è del cartone che avanza?
Cosa fare degli scarti industriali di materie a base cellulosica?
E i vecchi armadi in tamburato che riempiono le discariche potrebbero avere nuova vita?
Se si ha un po’ di pazienza e parecchia manualità si potrebbe pensare a una bici, costo del materiale? Inferiore ai 10 dollari, sostiene l’inventore israeliano. Dal filmato non pare neanche male.
Timori per le giornate di pioggia? No, perché è impregnata di resina e qualcuno ci ha pure fatto una canoa.

Ancora più impressionante la mole di tutte le idee che se ne potrebbero ricavare. C’è un mondo pieno di cartone là fuori…

Bici che sorpassano auto

Oggi si apre il Florence Bike Festival di Firenze. In concomitanza col sorpasso della vendita delle bici su quella delle auto, il capoluogo della regione dei prossimi mondiali di ciclismo ospita nella suggestiva cornice della Fortezza da Basso una vetrina ciclistica di tutto rilievo.

Sì è lui, Matteo Renzi con una Van Moof

Che sia il momento della bicicletta lo suggeriscono i numeri, il mercato, la moda, il sentimento della gente. Sono circa 5 milioni di italiani che ormai usano la bicicletta come mezzo di trasporto urbano, ma se si parla di uso occasionale quasi un italiano su 4 può dirsi ciclista. La moda è attenta come sempre a indovinare e guidare le tendenze, il fashion style è salito sulle due ruote, nascono modelli a edizione limitata, bici decorate, boutique del pedale. L’industria italiana in particolare è leader in Europa per numero di aziende e per tasso di crescita, con oltre 600 aziende, il 2,5% in più dell’anno precedente e il 16,6% della produzione destinato all’esportazione. L’organizzazione dei Mondiali di ciclismo 2013, in Toscana e a Firenze, è poi una straordinaria occasione, il più importante avvenimento sportivo di carattere internazionale che il nostro Paese ospiterà nell’annata. 

Qualche spunto inedito per scoprire il mondo della bici che, per vocazione naturale, strizza l’occhio all’ecologia si ha poi nel mondo della creatività che sarà ben rappresentato durante la fiera: già da qualche anno nascono e si moltiplicano le boutique di bici che puntano alla personalizzazione estrema, laboratori che ridanno vita alle bici usatehanno già inventato perfino la bici perfettamente riciclabile  e low cost (6 Euro!) realizzata in cartone, disegno vintage e alta tecnologia si combinano nelle realizzazioni dei progettisti che coniugano forme generose con accessori inusuali come fari di posizione alimentati da energia solare. In netta crescita anche le bici a pedalata assistita, eccellente compromesso per evitare lo scooter e non arrivare sudati agli appuntamenti.
Tutto questo fermento si manifesta anche nell’attenzione dei ladri, conseguentemente e purtroppamente come direbbe Cetto Laqualunque. Ecco allora che Legambiente mette on line un manuale per non cadere vittima delle malefatte altrui. Se il piacere della bici è anche quello di appoggiarla a un albero per godersi un paesaggio, è bello essere sicuri di trovarla ed essere tutelati dalle cattive sorprese.

Collegata agli eventi del salone anche una mostra dal titolo Firenze Immaginaria: oltre 100 composizioni fotografiche ispirate ad una città medicea inconsueta e che presta la cupola del Brunelleschi perfino ai bikers immaginati in un tuffo downhill sulla città nel manifesto ufficiale del bike festival.

Il letargo dell’orso e la stupidità dell’uomo

“Non c’era scelta”, hanno risposto i forestali svizzeri con la canna del fucile ancora fumante. La convivenza uomo animali è davvero difficile in generale e sulle Alpi in particolare, soprattutto quando l’uomo è ottuso, cioè nella maggior parte dei casi.
I fatti hanno già fatto il giro della rete: siamo in Svizzera, canton Grigioni, l’orso M13 si sveglia dal letargo per la seconda volta, diventa popolare con una pagina su facebook, gira per la val Poschiavo, prende confidenza con le abitudini umane, si avvicina troppo alle case fino a mandare all’ospedale una ragazza per lo spavento. Conclusione: lo hanno fatto secco. Chi? I forestali locali, per motivi di sicurezza.
La famiglia del plantigrado non è certo fortunata: madre detenuta in un recinto in Trentino e fratello ucciso dall’impatto con un auto sulla Merano-Bolzano, con presa di posizione di un amministratore del Trentino (anche se l’evento è accaduto in Alto Adige) che invita all’abbattimento degli orsi ormai troppo pericolosi, come se non potessimo più uscire di casa da tanti plantigradi che ci sono in giro. Ma quando ci renderemo conto che le Alpi erano nostre prima che loro?
In proporzione, la ragionevolezza dovrebbe farci riflettere sulla casistica degli incidenti sulle strade e della gente che si spaventa, ponderando anche i casi di aggressione effettiva (ve la dico io: zero!). Ora: mi metto nei panni della ragazza spaventata e dei genitori del villaggio poschiavino e ammetto che incontrare di notte un bestione peloso di oltre un quintale non è per tutti un’esperienza piacevole, ma, proprio considerando la casistica, tra il farlo secco aspettandolo vigliaccamente fuori dalla tana e narcotizzarlo e trasportarlo in zona isolata, mancavano certo ai Grigionesi i mezzi per questa seconda soluzione? La beffa di risposta (sì, l’uomo è l’unico animale che si prende anche beffa delle disgrazie) è arrivata con le rassicurazioni dei forestali che garantiscono che chi vorrà vedere l’orso da vicino potrà farlo appena l’animale sarà imbalsamato e sistemato nella capitale del cantone.

Ogni goccia della pagina insanguinata dell’orso di facebook urla alla stupidità dell’uomo!