Che quella del bacio gay fosse una copertina destinata a far discutere era scontato. Un bacio tra due rugbisti, coppia anche nella vita, sulla copertina del settimanale della Gazzetta è già di per sé una bomba nel panorama dei magazine italiani, figurarsi poi se il giornale tratta di sport, dove l’omertà regna ancora incontrastata negli spogliatoi. Continua la lettura di Se un bacio (gay) fa schifo
K3 RedBull, non è una gara per gipponi
Chi si fosse trovato nella metro milanese recentemente si sarà imbattuto nel messaggio “L’estate è là fuori” della campagna della Jeep, marchio FCA. Rispedisco l’augurio al mittente se la bella stagione implica il trovarsi Jeep in spiaggia, ruote sulla sabbia, motori a fianco al molo, così come proposto dalle immagini pubblicitarie. Continua la lettura di K3 RedBull, non è una gara per gipponi
Reinhold Messner e Zaha Hadid, due visionari sulle Alpi
Nonostante i 70 anni suonati, Reinhold Messner continua ad avere qualcosa da raccontare in tema di alpinismo. Il primo uomo ad avere salito i 14 ottomila della Terra ha inaugurato un nuovo museo sulla cima di Plan de Corones, in Val Pusteria. È la sesta delle sue raccolte sparse nelle Alpi centrali, la prima che trova spazio nei volumi progettati da una archistar, Zaha Hadid. Continua la lettura di Reinhold Messner e Zaha Hadid, due visionari sulle Alpi
All’Expo, il padiglione Zero delle meraviglie
Il Padiglione Zero è la porta dell’esposizione universale. Il motto a caratteri cubitali dichiara parte dei contenuti ma non prepara abbastanza allo stupore delle installazioni teatrali all’interno. Continua la lettura di All’Expo, il padiglione Zero delle meraviglie
Sentirsi un’ape nel padiglione UK a Expo2015
Il padiglione UK di Expo2015 è tra i più centrati sul tema della sostenibilità. Facendoci sentire come api, ci guida nell’esperienza sensoriale di volare a filo del prato per raggiungere l’interno dell’alveare. La sera, poi, diventa magico per il gioco di luci.
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Il cibo avanzato a chi non ne ha, l’invito del Presidente Mattarella
Lo scorso 5 giugno – Giornata dell’Ambiente – visto da Expo2015 è stato un po’ diverso. C’era Sergio Mattarella tra i padiglioni. Il Presidente, nel suo discorso, ha pronunciato una invocazione potente come “il cibo invenduto a chi non ne ha” e altri concetti che prima di oggi erano stati espressi da persone che, nella migliore delle ipotesi, erano considerate visionarie.
Nutrire il pianeta è la sfida epocale. Ridurre gli sprechi è un grande impegno pubblico, a cui possono partecipare da protagonisti la società civile organizzata, il volontariato, il no profit, la cooperazione, l’impresa in ogni modo. La cultura dello scarto e del consumo illimitato non si concilia più in alcun modo con un futuro possibile, ne con lo sviluppo economico. Bisogna saper rinnovare e cambiare rotta. Su questo crocevia si è progettata la Expo di Milano. L’economia del futuro sarà più circolare, occorre aumentare l’efficacia del processo produttivo, facendo di più con meno, incentivando il riuso, riducendo l’impatto, gli scarti, l’emissione di gas serra. Aumentando le quote di energia rinnovabile. Oggi ci sono circa 700 milioni di persone che non hanno accesso all’acqua potabile, è un dato intollerabile. Se non saremo capaci di cambiare le produzioni agricole scegliendo quelle a minor consumo d’acqua, se non saremo capaci di cambiare le tecniche e le abitudini di consumo, se non saremo capaci di cambiare i meccanismi di accumulo, tra 10 anni, oltre la metà della popolazione mondiale rischierà di subire un grande stress idrico. La lotta alla povertà è oggi, ancor più che nel passato, sicurezza del genere umano e della terra. È un nome nuovo della pace. All’Expo di Milano si sta costruendo una pagina di storia per l’Umanità.
Solo belle parole? Forse! A me basta – per ora – che se ne inizi a parlare di fronte a tutti e ai massimi livelli. Poi ognuno faccia la sua parte, piccola o grande che sia. Anche tirando bordate. E qui di bordate ce ne sono da tirare perché il rispetto della biodiversità non si inventa. Permettetemi un’altra citazione. Questa volta Beppe Severgnini.
È la più bella passeggiata architettonica che c’è sul pianeta oggi, un’atmosfera da festa mobile.
Ma va detto che in Expo ci sono solo padiglioni che centrano in pieno l’obiettivo del “Feed the Planet” (Slow Food per la necessità di privilegiare il piccolo e sano, la Svizzera per capire il razionare per chi verrà dopo, l’Austria per comprendere il valore insostituibile dei polmoni verdi). Molti si avvicinano, alcuni sono agli antipodi (alla conferenza di presentazione del Kuwait lo sceicco è arrivato con il suo seguito su dieci – 10! – limousine, giuro, le ho filmate). Dunque grazie signor Presidente di essere venuto a rinfrescarci la memoria. Spero che noi della platea, tutti, coglieremo e applicheremo. Buon Ambiente anche a Lei.
Palazzo Italia. Le radici di Expo
Palazzo Italia è il cuore di Expo2015. Anche se sorge in posizione defilata rispetto alle vie di accesso, grazie al prospiciente albero della vita è il punto da cui tutti, prima o poi, transitano.
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Svizzera. Basterà per tutti?
Il padiglione svizzero si distingue per le 4 torri che sorgono sul ramo corto del decumano. Riconosco che esternamente non è una delle costruzioni più appariscenti per forme e colori. Continua la lettura di Svizzera. Basterà per tutti?
Germania. Fiori solari e magici cartoni
Il padiglione tedesco a Expo, è uno dei più facilmente riconoscibili per l’originale combinazione tra legno e vele bianche che rimandano più ad ambienti marini che alla cornice montuosa che circonda Milano nelle giornate terse.
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Israele. I campi di domani
Il padiglione di Israele sorge all’incrocio tra cardo e decumano.
Il campo coltivato che riveste la copertura inclinata non passa inosservato, integrandosi con le immagini del megaschermo che suggestionano con la natura e le bellezze del paese. Se di giorno colpisce, l’effetto caleidoscopico di sera abbaglia attraendo l’attenzione di chiunque passi davanti.
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