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Il gusto di perdersi in un bosco

Peter Weir e il suo team ne l’Attimo Fuggente interpretato da Robin Williams scelsero una frase di Thoreau per portarci lontano.

Andai nei boschi perché volevo vivere con saggezza e in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire in punto di morte che non ero vissuto.

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Albero di Natale: il primo regalo fatelo alla Natura

Il prossimo fine settimana sarà probabilmente quello in cui vi dedicherete all’albero di Natale. Il rito si rinnova ma la natura non sempre ringrazia. Per evitare la strage di pini e abeti abbandonati a fianco dei cassonetti dopo il 6 gennaio, un agricoltore francese ha ideato l’albero in affitto.

Tre quarti dei cinque milioni di pini venduti in Francia per le festività sono destinati alla pattumiera e quindi non possono essere riutilizzati neppure per fare compost per il terreno. Per questo noi affittiamo gli alberi in vaso, in modo da rimetterli sul mercato per quattro o cinque anni e poi piantarli a terra per il rimboschimento del territorio.

Il progetto pare funzioni e l’idea andrebbe clonata. Vero è che ognuno di noi potrebbe, dismesso l’albero, riportarlo al vivaista che sarà probabilmente contento di riprenderlo per ripiantarlo o farne del compost. Non monetizzeremo la restituzione ma rimarrà la soddisfazione dell’albero che non marcirà solitario in una pattumiera.

In alternativa, penso vada valorizzata l’dea di inventarsi un albero di Natale riciclando materiali originali. Vi invito a non pensare al concetto di rifiuto quanto a quello di valorizzazione. Tra l’altro si risparmia pure. Si possono richiamare le forme del simbolo natalizio in moltissimi modi sfruttando materiali in modo anticonvenzionale. Daranno un’impronta originale alla festività e dopo 11 mesi torneranno pure utili se deciderete di bissare. Ci si può cimentare con le scatole delle uova, i fondi delle bottiglie di plastica, legnetti trovati in spiaggia, vecchie scatole , guide telefoniche, cuscini, libri, lucine a led, tappi di sughero. Sbizzaritevi, siamo quelli che hanno fatto il Rinascimento!

Troppo? Non credo. Forse è anzi un modo per dimostrare e dimostrarci che siamo ancora un popolo di creativi e che la fantasia ha un valore aggiunto che può diventare magico come solo certe notti di Natale sanno essere. Auguri!

Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.

 

E se domani diventassi un bosco, Gibran che direbbe?

Vi piacciono le parole di Gibran e per voi un bosco non è un ammasso di alberi? Se pensate di aver già letto qualcosa di simile, non vi sbagliate. L’urna biodegradabile per le ceneri che, contenendo dei semi, può generare un albero ha riscosso un certo interesse. 

Ora, correndo il rischio di passare per necroforo, segnalo un progetto arrivato alla mia pagina facebook dopo la pubblicazione in questione: un lettore, che ringrazio, mi ha segnalato il progetto Capsula Mundi, il primo progetto italiano di sepoltura naturale.


Due designer italiani, Anna Citelli e Raoul Bretzel, qualche anno fa hanno ideato una capsula biodegradabile in plastica di amido che, opportunamente collocata nel terreno con all’interno il corpo del defunto, diventa una fonte di risorse per gli alberi in crescita. Non si sono limitati al contenitore, ma ne hanno anche immaginato la collocazione. Riunirne un po’ e farne delle riserve. Il progetto è chiaro: basta cimiteri in spigoli di marmo e ben vengano boschi della memoria. La filosofia alla base è quella per cui l’uomo non appartiene solamente alla razza umana, ma alla vita del pianeta nella sua complessità e per questo deve rimanere nel ciclo della trasformazione. Cito dal progetto.

Fin da quando l’uomo ha potuto esprimersi con la scrittura, l’albero simboleggia l’unione tra la terra e il cielo, tra il materiale e l’immateriale, tra il corpo e l’anima. Il mondo vegetale è l’elemento di contatto tra noi, organismi complessi e il mondo minerale, dal quale non possiamo trarre direttamente nutrimento. Per produrre una bara oggi si abbatte un albero ad alto fusto, spesso di essenze pregiate, quindi a lento accrescimento. E’ l’oggetto con il più breve ciclo di vita (è il caso di dirlo) prodotto dalla nostra società, ne consegue il più alto impatto ambientale (la crescita di un albero richiede dai 10 ai 40 anni, a fronte di tre giorni di fruibilità del prodotto!). Capsula Mundi è prodotta con materiale biodegradabile al 100% e realizzato da “plastica” di amido (l’amido si ricava da piante con ricrescita stagionale, quali patate e mais). Capsula Mundi risparmia la vita di un albero e anzi, propone di piantarne uno in più. Un albero accanto all’altro, di essenze diverse a creare un bosco, magari lì dove un bosco è scomparso. Un luogo in cui i bambini potranno andare ad imparare a riconoscere i diversi tipi di alberi (educazione ambientale) oppure in cui recarsi per una passeggiata e ricordarsi di persone che non ci sono più. Un bosco che godrà il rispetto della popolazione e sarà anzi protetto da possibili scempi, grazie al coinvolgimento emotivo di tutta la collettività.

Bellissima la parte del sito dedicata alla scelta del tipo di albero. Fateci un giro, scoprirete qualcosa che magari vi manca sugli alberi. Ad esempio, narra la leggenda che sulla tomba di Adamo, sul monte Tabor, nacque la pianta di ulivo il cui seme proveniva dal paradiso terrestre. Il mio fratello d’anima Alessio, racconta ogni tanto del suo bosco d’ulivi nella valle del Tevere. Da lì la vista spazia tra le colline umbre e l’appennino. Non mi dispiacerebbe immaginarmi lì, un giorno.

Citando Gibran e il suo “Gli alberi sono liriche che la terra scrive sul cielo” (da Sabbia e Spuma, 1926) o, se preferite, Diego Cugia con “Non terrorizzate i vostri bambini con la vita eterna. Ditegli che da morti si diventa alberi. I grandi alberghi degli uccelli.” (da Jack Folla. Alcatraz, 2000), questo è davvero un altro modo di vedere oltre la barriera della vita come la intendiamo. E non crediate che sia contro i principi della religione, perché aver dato le proprie ultime risorse corporee per generare una nuova vita non è contro nessuna legge, divina, umana o scientifica.

Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.

Ecologia, un albero dopo la morte

Preferire essere una lapide con una triste scritta o un albero che si lascia accarezzare le chiome dal vento? Quando, prima o poi, ci capiterà di arrivare all’unico evento certo della nostra vita, quella di diventare un albero è una delle possibilità. Questo contenitore (biodegradabile) ha al suo interno tutto il necessario, compreso il seme, per far spuntare una pianta attingendo anche dalle nostre ceneri. Il tipo di albero è a scelta. Sono indeciso tra noce e ulivo.
Ringrazio Alessio Ciani per la segnalazione.

Mettersi in casa un po’ di natura e originalità

Molte sono idee pazze e/o dai budget esagerati, ma qualcosa di interessante c’è in questa lista per rendere originale il nostro spazio.
Un lampadario che trasforma le pareti in un bosco incantato o una parete di verde verticale con gli aromi per la cucina, un letto amaca per cullarsi o una scrivania nella sabbia per il micromassaggio plantare, una scala libreria o una superpasserella per gatti?
Un pizzico di fantasia, lo spazio giusto e il gioco è fatto.

L’albero di Natale che sarà un piacere smontare

Sul piazzale del Palazzo delle Arti di Budapest c’è un albero di Natale alto 11 metri. La notizia non desta stupore a dicembre, quel che è curioso è però che l’originale forma conica è in realtà composta da 365 slitte da neve e permetterà a un po’ di bambini di divertirsi appena la costruzione sarà smantellata. I fruitori che riceveranno gratuitamente le componenti dell’albero sono gli ospiti del programma di assistenza SOS Children’s Village.

La costruzione sulle rive del Danubio ha richiesto qualche giorno di pazienza di un team di operai che hanno anche installato un suggestivo sistema di illuminazione.

La parte eco della notizia è che gli alberi che hanno fornito il legno delle slitte, provenienti da foreste certificate a ripiantumazione programmata, è stato lavorato prima di diventare l’originale simbolo delle festività di fine anno e che ogni componente è già pronto per essere riciclato. Per i bambini interessati, smontare l’albero di Natale non è mai stato così piacevole.

Un nido tutto per te (e la tua anima gemella)

Dici nido e pensi subito a qualcosa che ti protegge, che senti familiare, ma che soprattutto si eleva sopra l’ordinario comune.

Ecco, ora declinate l’argomento “nido” con l’idea di uno spazio di relax che può stare agevolmente in un bosco, in un giardino, perfino in un angolo di casa. Sto per mostrarvi le tende “sospese”.

Un paio le ho anche provate: in singolo sono il ritorno alla culla e al senso dell’altalena dolce, in coppia sono uno stimolo alla coccola che si libera nell’aria come il profumo dei fiori.

Ne esistono da appendere ai rami, da appoggiare a terra trasparenti, da fissare ai tronchi, da tendere tra gli alberi, o da lasciare galleggiare in aria come una bolla. Con prezzi che partono da 250 euro sono anche un’idea originale per farsi un regalo.