Se è esistito un grande musicista sordo, è ammissibile un grande fotografo cieco. Il Beethoven dello scatto si chiama Gary Albertson.
Quest’uomo cammina, si ferma, ascolta e immortala con una foto il paesaggio che ha di fronte. Non ci sarebbe nulla di strano se quest’uomo non fosse quasi completamente cieco dal 2010, quando un glaucoma gli ha provocato un danno irreversibile alla vista. Era probabilmente la cosa peggiore che potesse capitare a un fotografo, ma non si è arreso.
“Posso ascoltare e sento cosa succede, mi fido”, dichiara Gary costretto a marchiare la sua attrezzatura con dei grossi bolli gialli per trovarla e raccoglierla quando gli cade. Vederlo camminare nel bosco scavalcando le radici mette tenerezza e allo stesso tempo stupore per come si muove usando sensi che non siano la vista.
Non c’è dubbio che quest’uomo meriti la massima considerazione, come non c’è dubbio che la Terra parli davvero a chi è in grado di ascoltarla. Quel che nessuno si sarebbe aspettato è che la natura fosse addirittura in grado di suggerire quando scattare una foto.