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Uccisi con gas e tritacarne… e non è un horror

Questo articolo contiene video particolarmente cruenti. Ma questa è la realtà.



Soltanto in Italia, ogni anno, oltre 30 milioni di piccoli pulcini appena nati (maschi), essendo “inutili” per le uova e non adatti per la carne, vengono ridotti in concime organico per i campi, come unica conseguenza dell’industria delle UOVA. I metodi di uccisione comunemente impiegati sono mediante gassazione o mediante tritacarne a lama. Utilizzati sono anche i metodi per soffocamento o annegamento. Qualsiasi tipo di allevamento, sia esso in batteria, biologico o all’aperto, si risolve inevitabilmente con l’uccisione dei pulcini nati maschi prima e di tutte le galline di “fine carriera” dopo.

nota 1: «I pulcini maschi devono essere soppressi secondo una normativa europea perché non si tratta di polli da carne (col gas oppure mediante una specie di tritacarne a lama)» spiega Valerio Costa, imprenditore del più grande incubatoio d’Italia a Cocconato d’Asti. «Questa è la razza delle galline ovaiole, e i maschi vengono eliminati subito dopo la nascita, mica lo facciamo per cattiveria, è proprio inevitabile, non servono a nulla, accade in tutto il mondo». [estratto da “Nessuno vuole quella montagna di pulcini” articolo di MAURIZIO CROSETTI pubblicato su “Repubblica”]

nota 2: I maschi di razza OVAIOLA non sono utilizzati nel mercato della “carne” perchè “producono” una carne “qualitativamente scadente” per il mercato, crescono inoltre troppo lentamente e non raggiungono un peso sufficiente a essere economicamente vantaggiosi nella logica produttiva industriale. Per questo scopo, ugualmente terribile, esistono le razze da “CARNE”, così definite, classificate, impiegate ed utilizzate in zootecnia.

Segnalazione e foto di Mancho San, che ringrazio.

La danza delle mucche felici

Prima che qualcuno inizi a scaldarsi con un “ecco il solito animalista rompiscatole” premetto che non sono vegetariano e, pur senza abusarne, mi piace mangiare carne.

Detto questo, circola in rete un filmato che dimostra che gli animali, perfino quelli destinati alla nutrizione umana, hanno diritto ad essere felici durante la loro vita e riescono a dimostrarlo. Basta guardare queste mucche. Erano destinate al macello dopo qualche anno di vita di stalla. Il fattore, spinto dalla richiesta del figlio, rinuncia alla scelta del macello per restituire la libertà in un prato. Il risultato: le mucche si sono messe a danzare dalla felicità. Le immagini sono davvero eloquenti. La scelta può essere applicata a polli, conigli, maiali. La carne è già un pesantissimo costo ecologico che richiede quantità di risorse esagerate rispetto ad altre tipologie di alimenti. Ci vuole un chilo di proteine vegetali per avere 60 grammi di proteine animali. Non solo: “per produrre una bistecca che fornisce 500 calorie”, spiegano gli autori di Assalto al pianeta (Bollati Boringhieri), “il manzo deve ricavare 5 mila calorie. Il che vuol dire mangiare una quantità d’erba che ne contenga 50 mila. Solo un centesimo di quest’energia arriva al nostro organismo: il 99% viene dissipata” La responsabilizzazione nel consumo passa dal non abusarne e, dopo filmati come questo, anche dall’accertarsi che l’animale abbia almeno avuto una esistenza felice.

Anche le vacche (quelle dei campi) ballano

Prima che qualcuno inizi a scaldarsi con un “ecco il solito animalista rompiscatole” premetto che non sono vegetariano e, pur senza abusarne, mi piace mangiare carne.
Precisato questo, circola in rete un filmato che dimostra che gli animali, perfino quelli destinati alla nutrizione umana, hanno diritto ad essere felici durante la loro vita e riescono a dimostrarlo. Date un occhiata a queste mucche.

Erano destinate al macello dopo qualche anno di vita di stalla. Il fattore, spinto dalla richiesta del figlio, rinuncia alla scelta del macello per restituire alla mandria la libertà in un prato. Il risultato: le mucche si sono messe a danzare dalla felicità. Le immagini sono davvero eloquenti.

La scelta può essere applicata a polli, conigli, maiali. La carne è già un pesantissimo costo ecologico che richiede quantità di risorse esagerate rispetto ad altre tipologie di alimenti. La responsabilizzazione nel consumo passa dal non abusarne e, dopo filmati come questo, anche dall’accertarsi che l’animale abbia almeno avuto una esistenza felice.

Le polpette di Fido

Vi premetto subito che Fido non è il destinatario del piatto, ne è l’ingrediente. Fermatevi qui se avete un cane o un gatto e non reggete la vista della violenza.

Shangai, una comitiva di giornalisti, gita verso le campagne per soddisfare i gli italiani affamati di tipicità. Accontentati trovando una specie di Gardaland uscita dalle stampe d’epoca, riabilitate con un po’ di contemporaneità grazie al potere dell’elettronica.
Cammino tra le vie con alcune colleghe. Non sanno nulla o molto poco della Cina. Tra i negozi cineserie varie, se non lì dove? Fino alla sezione animali. Sul banco del cibo ci sono le anatre laccate, e quando scrivo laccate intendo precisamente laccate, con finezza mobiliera, di una tinta color ebano da fare invidia a uno studio di notaio. A fianco dei cuccioli assonnati. Sono cagnolini e tartarughe.

«Che carini», dice una collega, ignara.
«Tu sai cosa sono, no?», ribatto.
«Certo, cuccioli in attesa del compratore», lo sguardo di fondo solfeggia anche un “ma mi hai preso per scema?”.
«Esatto. Cuccioli. Solo che il compratore indica anche il tipo e il grado di cottura», dico guardandola, non perché voglia guardar lei, ma perché non ho il coraggio di guardare nella gabbietta.
Per il resto del viaggio, fino alla conferma del nostro accompagnatore su quanto avevo detto, la donna non mi ha rivolto la parola.
Aneddoto a parte, rigorosamente vero, pare che ora in Cina le cose stiano cambiando e qualcuno si stia mobilitando anche dall’interno contro le ricette tradizionali a base di cani.  Le petizioni abbondano in rete e hanno un seguito anche tra i cinesi.
Qui c’è un filmato. Non nasconde nulla. Il dovere di cronaca mi impone di linkarlo, Attenzione però, a me ha bloccato il respiro, NON E’ PER TUTTI. Poi scegliete voi la petizione, ce n’è una redatta da volontari cinesi. Non sono nessuno per imporre alla seconda potenza mondiale di rinnegare le proprie tradizioni. Non sono neppure vegetariano, almeno per ora. Sono però abbastanza adulto e sensibile per chiedere quanto meno, alla stregua di quello che domando per polli, maiali e vitelli, condizioni di vita lontanissime da quelle del filmato.
Se siete arrivati fin qui, vi prego di fare uno sforzo in più: diffondere questo messaggio, perché nessun essere umano mi venga più a chiedere se lo credo scemo quando lui vede un cucciolo mentre purtroppo stiamo guardando una pietanza.

La saggezza del bambino fa piangere la mamma

Non sono vegetariano e ammetto che mi piace mangiare carne e derivati, possibilmente di animali vissuti felici razzolando tra i campi e non in batterie industriali.

Questo filmato, ammetto, riesce però a disarmarmi. Negli occhi dell’infanzia ci sono specchi che accendono riflessioni che altrove son difficili da trovare.

“Un bambino sa molte differenze anche se non sa applicarle”.
Da Non ora, non qui di Erri de Luca, Ed. Feltrinelli

Mangiati un cavallo e vedi come corri

Mi ha incuriosito molto la storia della carne di cavallo usata nei tortellini. Cosí ho cercato in rete di capirne di più, soprattutto per rispondere alla domanda: cos’ha la carne di cavallo che non va?
Risposta 1: in Gran Bretagna, dove è scoppiato il caso, il cavallo è animale di compagnia e sarebbe come mangiare da noi un gatto o un cane (ma visto che in Cina succede… paese che vai, cucina che trovi).
Risposta 2: é quella che ha scatenato i carabinieri dei NAS, mossi dallo stimolo che siamo i primi consumatori di carne di cavallo in Europa.  Quando i cavalli sono scelti per essere inviati ai macelli, pur di fare peso, gli allevatori senza scrupoli caricano sui camion anche animali che hanno trascorso la loro vita a correre nelle gare. I quadrupedi da corsa sono in realtá delle farmacie ambulanti, imbottitissimi di ogni genere di prodotto chimico (anabolizzanti anche altamente nocivi) che é stato somministrato per aumentare le prestazioni. Gli allevatori senza scrupoli queste cose le sanno benissimo, per questo offrirei volentieri loro un piatto di tortellini. Se sono riusciti a creare dei mostri di velocità, non hanno avuto il cuore di dare loro un po’ di riposo se non quello eterno in un raviolo, per questo li ripagherei con la stessa moneta nel farglieli  poi mangiare. Tanto pare che il gusto dell’orrido non manchi, almeno quando ci si siede a certe tavole.
Un’aggiunta last minute:  anche nelle leggendarie polpette dell’Ikea hanno trovato tracce di cavallo. Non solo. Scava e scava i NAS hanno anche trovato batteri fecali nelle torte. Ci voleva uno scienziato per scoprire che dove ci sono i cavalli non manca il letame?