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Se proprio devi fumare, hai pensato a rollare?

Chiariamo subito che la scelta di non fumare è quella più salutare. Però scagli la prima pietra chi se la sente di rinunciare ai propri vizi all’improvviso.

Da non fumatore, amico però di molti fumatori sempre più orientati alla sigaretta fai da te, sono stato incuriosito dal fenomeno e mi sono domandato quali vantaggi porta e soprattutto se c’è un risvolto ecologico nel fenomeno che ha visto aumentare da 400 a 600 milioni di Euro il fatturato dei prodotti di tabaccheria catalogabili come “non sigarette”.
In modo assolutamente arbitrario ho chiesto a tutti gli interessati il motivo per il quale fossero passati alla rollata abbandonando il tradizionale pacchetto, poi ho dato un’occhiata alle statistiche scoprendo che la mia indagine era attendibile.

Sulla scelta influisce principalmente il prezzo: se una sigaretta costa 20 centesimi, una rollata ne costa 9, almeno stando alle affermazioni del sito rollingtobacco, punto di riferimento dei rollatori accaniti. Poi entrano in gioco altri elementi: rollare è un piccolo rito che rilassa e mette il fumatore nelle condizioni di assaporare senza frenesia il prodotto, con l’effetto di fumare alla fine meno sigarette. La scelta del tabacco è poi un fattore di qualità che permette di conoscere meglio la provenienza della materia prima. Ne esistono alcuni di antica tradizione come quello della Repubblica di Cospaia, un’enclave produttiva nazionale attiva nel tardo ‘400 tra Toscana e Umbria, tradizione oggi ripresa dal consorzio del tabacco Natur.

In aggiunta c’è un’implicazione tutta vintage del fare a meno della volgarità del pacchetto con scritte minacciose a favore di portatabacco artigianali confezionati con gusto e attenti alla corretta conservazione del trinciato. Alcuni sono spiritosi fin dal nome, date un’occhiata al portatabacco Mavà , manufatto artigianalissimo che sembra uscito da un film di Tarantino o a quello di charlyclothing che invece è fatto con pezzi di yuta riciclata dai sacchi del caffè.

Un ultimo aspetto che in pochi considerano: un pacchetto di sigarette ne contiene 20 mentre con un sacchetto di tabacco da 40g se ne rollano almeno tre volte tanto. Con i pacchetti consumati in Italia i conti son presto fatti e una bella montagnola di carta e plastica è risparmiata all’ambiente.
Se proprio non si rinuncia al vizio, almeno si cerca di limitare l’impatto.