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Dall’uccellino al lego, quanti giochi con le plastiche

Quarto e ultimo appuntamento tra gli EcoFuorisalone. Questa volta ci occupiamo di plastica. Anzi di Plastiche. Non c’è tipo di plastica che non possa reinventarsi dimostrando un animo eco e resistente alle intemperie. Ne è un esempio la cupola opalescente della lampada da esterni Freedom, illuminata da una risparmiosissima lampada LED. Sembra uscita da un cartone animato e rivela al suo interno la sagoma di un Titti pronto a rallegrare qualsiasi terrazzo.

E’ tra le molte ecoidee di Euroluce, la parte del Salone del Mobile di Milano espressamente dedicato all’illuminazione dove si parla anche di solare e basso consumo. Sabato e domenica tutti gli spazi saranno aperti al pubblico.
Venendo a impieghi indossabili, consiglio un giro dal marchio che per primo ha avviato una linea di prodotti ricavati dalla plastica, nel caso specifico bottiglie. Nel Brera Design Destrict c’è lo store Patagonia con la linea ecologically correct che è un vanto dello storico marchio californiano. I prezzi non sono dei più abbordabili, ma se consideriamo i 10 e più anni che un capo può durare (verificato personalmente) ecco che i conti son presto fatti. Se infatti la materia plastica è trattata bene non stinge, non ritira, non strappa, non invecchia. Moda e mode anche da Sparkling, ecologically Correct in via Tortona 31. Ci sono perfino le scarpe in bio-plastica marchiate Gucci. Qui, dall’abbigliamento si passa infatti alla calzatura, all’accessorio e al mattoncino.
Sì, avete letto bene. Il principio del lego, ma in dimensioni adulte e 100% riciclato dalla plastica vulgaris, diventa materiale da costruzione per scopi da adulto, utilizzabilissimo anche per dividere gli ambienti dai casa in modo anticonvenzionale, spostabile a piacimento e senza sporcare o chiamare manodopera specializzata. Così montare e smontare diventa un gioco.

Che la plastica può diventare davvero un gioco ce lo dimostrano quelli di Aquapotabile che (geni!) si sono inventati il riutilizzo dei tappi in plastica con un Subbuteo fai da te. E’ un gioco anche cimentarsi con le forme ideate da Anna e Alice, giovanissime designer che hanno pensato di rivestire il tritato plastico di colori sgargianti e farne materiale per arredo urbano. Con altri giovanissimi progettisti le trovate nei chiostri dell’Università Statale.

Crescendo, il gioco diventa scuola grazie al consorzio COREPLA, “la plastica è troppo preziosa per diventare un rifiuto” sostengono al consorzio nazionale italiano per il recupero degli imballaggi in plastica. Con un programma espressamente dedicato al mondo dell’istruzione sta lavorando in modo concreto per educare divertendo. Le implicazioni sono parecchie. Due le più evidenti: i ragazzi innescano un meccanismo competitivo nel valorizzare quel che altrimenti verrebbe buttato e lo studente, da vero eco-infiltrato, arrivato a casa educa il genitore. E’ una viralità positiva, come dimostra il caso americano di Tom Szaki. Seguendo il suo esempio i bambini oggi fanno a gara per raccogliere bottiglie e dimostrare che davvero qualsiasi cosa può essere riciclata.

Fuorisalone, magicamente il legno

Quest’anno più che mai i Fuorisalone di Milano (fino al 14 aprile) si tingono di verde. Il green impazza, ma é vera ecologia o l’ennesima ecofrottola che ci spaccia per sostenibile quel che sostenibile non é?
Chiariamo subito che c’è un unico materiale che se prelevato ricresce, crescendo disinquina assorbendo anidride carbonica e rilasciando ossigeno, invecchiando diventa più bello, a fine ciclo puó essere riutilizzato, reinventarsi o perfino restituire energia con la combustione.

Sì, il più tradizionale dei materiali é anche il più ecologico e si chiama legno. Non basta. É anche il più duttile, sempre diverso e modellabile a piacimento e capace di ispirare tanto il falegname delle valli quanto il designer di grido. In Val Gardena ci fanno presepi e sculture mentre Matteo Thun ci riveste un albergo sostenibile per termoregolarlo, solo per citare due esempi.
Nell’ambito dei Fuorisalone Vi consiglio un giro alla Dream Factory di Corso Garibaldi, nel Brera Design District.

E’ lo spazio milanese dell’Alto Adige-Südtirol e propone una serie di oggetti ricavati dalle loro foreste a gestione responsabile. Tra il Passo Resia e le Dolomiti ci sono boschi regolamentati grandi come intere regioni d’Italia e nella factory tutta bianca trovate qualche oggetto prodotto da questa inesauribile risorsa. Culle, librerie, tavoli, occhiali dimostrano che il legno quasi non conosce limiti.
Un buono spunto per capire come essere più eco nel sistemare la casa si trova in via Savona 33. La CasaBio è arredata con pezzi dalle sinuose curve in legno (manco a dirlo) e con i tappeti in cellulosa.
Qualche nota verde con 4 artisti e un designer al bar dell’hotel Straf, che provocatoriamente propone la mostra “The plastic side of the sea” con una bottiglia abbandonata sulla spiaggia come manifesto.
Riciclo e riuso anche negli spazi della vecchia cartiera del Progetto Calabiana, con 15 idee di altrettanti cervelli italiani dal titolo A.I. Artificial Intelligence.
Promesse verdi anche in via Pontaccio col progetto Stay Green, tutto dedicato all’innovazione sostenibile.
Dove c’è verde ci sono bici. Sul tema, il progetto olandese “The green bike” presenta bici in legno (sì, perfino in sella!), accessori per ciclisti e oggettistica in tre negozi storici dei pedali milanesi Olmo (piazza Vetra), Rossignoli (Corso Garibaldi), Equilibrio Urbano (via Pepe).

Alla presentazione l’ambasciatore olandese ricorda che da loro ci sono più bici che abitanti, 18 milioni contro 16. Se lo consentono le condizioni climatiche del paese dei mulino a vento, possiamo farcela perfino noi. Tanto più che nella bolgia milanese è la bici l’unico mezzo che ti fa sentire in paradiso saltando code, parcheggiando dappertutto, inquinando zero e, ammettiamolo, design o no, sta bene un po’ ovunque l’appoggi (nella foto una Van Moof a caso sul ponte pedonale di Porta Genova).