Milano – Durante la seconda guerra mondiale, una ragazza ebrea cerca di salvare il fratello sordocieco dai bombardamenti e dal campo di concentramento. L’unico amico in città, rimasto solo dopo l’arresto del compagno, si offre di accompagnarli nella fuga verso la Svizzera.
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Dove andare domenica: Palanzo e Palanzone
Domenica uggiosa e inizio del foliage tra i boschi affacciati sul lago di Como. Se cercate atmosfere che avrebbero fatto impazzire Stendhal, puntate a Faggeto Lario e raggiungete la frazione Palanzo. Per certi aspetti è come buttarsi in una macchina del tempo.
La veduta dalla Madonna del Soldo è notevole per come pare di essere sospesi su un fiordo, chi vuole può anche salire fino al Palanzone con una facile passeggiata. In paese vi consiglio di visitare l’atelier di Walter, lo scultore che ha carpito alla natura il segreto di riprodurre le foglie.
Trattorie in zona non ne mancano. E se cercate un posto dove dormire in deliziose stanzette rivestite in legno e battezzate con nomi di pittori paesaggisti, provate qui e dite pure che vi mando io.
Il lago degli animali pietrificati
Non è il titolo di un film horror ne l’ultima puntata di un seriale noir.
Le immagini arrivano dalla Tanzania, precisamente dal lago Natron.
Il fotografo Nick Brandt ha documentato il fenomeno naturale della calcificazione con una serie di scatti. Ovviamente le carcasse degli animali sono state recuperate sulla costa e solo poi messe in posa. La loro morte era sopravvenuta per effetto delle combinazioni letali presenti nel lago.
Il suo libro è acquistabile. Attenti però a regalarlo, potrebbero pensare che avete il gusto del macabro.
Il mondo dopo di noi, la città fantasma di Epecuen
Argentina. A cinquecento chilometri a sud ovest di Buenos Aires, l’acqua del lago di Epecuen è dieci volte più salata della media marina ed è nota per il suo potere terapeutico. Un quarto di secolo fa la tracimazione del bacino ha sommerso la città di Villa Epecuen costringendo gli abitanti alla fuga improvvisa.
Oggi, il ritiro delle acque, illustrato da un servizio fotografico da Worldpress, ha riportato alla luce l’abitato mostrando gli effetti devastanti della corrosione. Il paesaggio suggestiona, con immagini non distanti dai fotogrammi de La terra senza di noi e un messaggio chiaro su cosa accade quando l’uomo si ritira e tutto tende a tornare all’equilibrio iniziale.
Al margine della città non ha mai smesso di vivere il vecchio Pablo, che in una intervista racconta la sua esperienza di uomo che ha assistito alla fine del (suo) mondo.
Un sommergibile per fuggire in Svizzera→
Italia, 1943: gli orrori della Seconda guerra mondiale avevano messo in fuga un mondo. Fuggivano gli ebrei delle grandi città, privati di diritti e posizione sociale; dissidenti e omosessuali erano condannati a una umiliante segretezza; i partigiani si confondevano con la terra e forse mai come allora il territorio è stato così in comunione con le persone che lo abitavano: cunicoli, anfratti, boschi, fosse ed esseri umani divennero un unico organismo. Di qui la sensazione che un singolare spirito panteistico innervi tutto il romanzo di Stefano Paolo Giussani, L’ultima onda del lago. La storia di quattro persone in fuga dalle persecuzioni dei nazifascisti. Continua a leggere…