Anche se spesso ci è presentata come un fenomeno catastrofico causa di vittime, una valanga è in realtà un evento assolutamente naturale. In caso di sovraccarico di neve, la montagna scarica a valle quello che per la temperatura, gli agenti atmosferici o la conformazione orografica non riesce più a trattenere in quota. Le scelte avventate di scialpinisti o la tragica concomitanza di fatalità fanno il resto trasformando, solo occasionalmente, il fenomeno in tragedia.
Nei giorni scorsi ha fatto il giro dei social e delle testate la valanga della Val Passiria filmata da un contadino. Senza mietere vittime, la colata di neve ha lambito un gruppo di case incanalandosi lungo la strada. Conosco la valle, nei dintorni di Merano, e ci sono tornato con un intento preciso: sfatare il terrore delle valanghe e invitare la gente ad ammirarle in sicurezza. Credetemi, non solo è possibile ma anche una lezione imperdibile per chi ama la montagna.
La valle di Plan, frazione di Moso in Passiria, in provincia di Bolzano, non è solo un paradiso ecologico chiuso al traffico veicolare privato, ma anche un punto di osservazione privilegiato per lasciarsi incantare dalle scivolate della neve verso valle. Dalla posizione di sicurezza della pista pedonale che costeggia il torrente, una passeggiata collega il centro abitato alla malga Lazins. Tra febbraio ed aprile sentirete boati e fruscii intensi e ammirerete vagonate di neve, ma non dovete temere. Con la raccomandazione di attenersi alla traccia ben battuta (è disponibile anche un servizio di carrozze a cavallo) un’ora di tranquilla passeggiata a portata di famiglia conduce in un circo bianco dove c’è anche l’occasione di gustare un’ottima cucina alpina nella stube della malga. Per la cronaca, la traccia della valanga del filmato la vedete prima di entrare in paese sulla destra della strada. I muri di neve ai fianchi dell’asfalto testimoniano i quasi 8 (otto!) metri di neve caduti nelle ultime settimane.
Basterà una passeggiata così per leggere in modo diverso la prossima notizia di una valanga. La lezione è sempre la stessa. Come insegnano i vecchi nei paesi: le case non vanno costruite a caso ma osservando i solchi di scarico sui pendii, i boschi non vanno tagliati indiscriminatamente perché trattengono neve e acqua, l’uomo non deve sfidare inutilmente la montagna quando le condizioni lo sconsigliano. Dopo un giro così ci sarà un’altra confidenza con la natura e anche un messaggio per chi vuole coglierlo: la montagna non uccide, la stupidità sì.
Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.