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Esercizi urbani del XXI secolo

Lo stato di salute di una città si misura anche dalla qualità dei progetti che la rinnovano. Gli spazi verdi devono essere al centro di ogni logica di sviluppo, ma dove l’amministrazione è particolarmente illuminata, spesso il manto erboso va oltre lasciando le piazze per arrampicarsi sulle pareti degli edifici come nelle costruzioni dell’Oasi d’Aboukir a Parigi o di Digby Road a Londra (la parete vivente più alta d’Europa)


Altre volte ancora il verde si snoda per i centri abitati per diventare corridoi in grado accompagnare i ciclisti proteggendoli dal traffico e dalla calura come nella ciclovia di 23 km tra Copenhagen e Albertslund.

Ben 22 municipalità si sono messe in rete per realizzare un sistema ciclistico integrato. Ancora più ambizioso è il  progetto Rio a Madrid si propone di riqualificare il Manzanares allontanando le auto dal fiume e creando una fascia protetta di 45 chilometri.

Il verde stimola il movimento e proprio uno studio condotto dall’università del Governatorato delle Foreste del Regno Unito dimostra che ogni chilometro pedalato apporta un beneficio sociale di 0,4€, permettendo un risparmio annuo del sistema sanitario nazionale di circa 20 milioni. 

Un passo ulteriore si ha quando la città assume la forma dalla foresta con costruzioni di 50 metri che riprendono le sagome degli alberi con pannelli solari al posto delle chiome. Questo non è più un progetto ma una visione. Il tecnobosco sta crescendo davvero a Singapore. Fantascienza? No, per ora mi piace pensare a esercizi concreti di città sostenibili. 

Progettisti italiani, dove siete?
Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.

Caffè, cornetto e un gatto, prego!

Nel 1960 lo psichiatra infantile Boris Levinson delineava i benefici della pet therapy, una terapia dolce che implica l’utilizzo del rapporto uomo-animale in campo medico e psicologico. Questo trattamento alternativo è stata riconosciuto ufficialmente dal nostro Servizio Sanitario Nazionale nel 2003, aprendo la strada alla sua introduzione in ospedali, istituti e case di riposo.

Oltralpe siamo arrivati anche al bar! A Parigi non serve essere in cura per godere dei benefici della vicinanza di un gatto, un cane, un criceto o un coniglietto. Qualcuno ha aperto un bar dove dodici gatti la fanno da padrone</a> a disposizione di chi voglia dispensare coccole e ricevere fusa con la Ron Ron Terapie, come i francesi l’hanno subito battezzata.

«I gatti qui sono i padroni – afferma la proprietaria del locale – puoi lavorare al computer o non fare assolutamente nulla, solo guardare la loro vita è davvero rilassante.»

L’idea arriva dal Giappone e per avere un posto qui durante il weekend c’è una waiting list di un mese.

«I gatti hanno il potere di tirarti fuori lo stress – sostiene una delle avventrici – quando tocchi o gratti un gatto il tuo stress scompare.»

Chunque conviva con un felino non può che sottoscrivere l’affermazione. Personalmente, trovo bellissima l’idea delle dodici bestiole nel caratteristico bar, che si distingue nella ville lumière per l’insegna viola.

Conoscendo però il livello di stress accumulato da chi vive e lavora in città,  spero che un qualche sindacato felino abbia pensato anche ai dodici padroni concedendo loro un po’ d’aria sui tetti per sfogarsi. Gli umani, si sa, alla lunga sono davvero pesanti.
Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.